Nati Oggi: Paul Scholes, il ‘silent hero’ del Manchester United

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(Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

Il 16 novembre 1974 a Salford, nella contea di Manchester, nasce Paul Scholes. Ha legato tutta la sua carriera calcistica al Manchester United, dove arriva a 16 anni, nel 1990. Tre anni più tardi, firma il suo primo contratto da professionista, e nella stagione successiva – 1994/1995 – fa il suo esordio in prima squadra. Nella prima stagione, tra campionato e coppe, colleziona 25 presenze e 7 reti: un bel bottino per un centrocampista. Capace di coniugare quantità e qualità, Paul Scholes dimostra presto di essere imprescindibile per gli equilibri tattici dei Red Devils.

L’anno successivo è già un pilastro della squadra di Sir Alex Ferguson, che alla fine della stagione vince il suo decimo titolo inglese. Per Scholes, sempre in ballottaggio per una maglia da titolare con il capitano Roy Keane, è il primo di una lunghissima serie di trofei. A fugare i dubbi di Ferguson, però, ci penserà un infortunio, che tiene ai box per molte settimane Roy Keane. Da qual momento, Scholes diventa il padrone delle chiavi del centrocampo, che non lascerà più fino a fine carriera.

Resta al Manchester United fino al 2013, anche se nel 2011, dopo la finale di Champions League persa contro il Barcellona aveva annunciato l’addio al calcio. A fare marcia indietro lo convince, ovviamente, Alex Ferguson, che lo riporta in campo a gennaio 2012. In mezzo, una lunga storia di trionfi, che si può solo tentare di riassumere in qualche numero.

Con la maglia dei Red Devils, il “Silent Hero”, come lo chiamano i suoi tifosi, ha collezionato 719 presenze e 155 reti. In carriera ha vinto due Champions League (1999 e 2008), una Coppa Intercontinentale, una Coppa del Mondo per club, undici Campionati Inglesi, 7 Community Shield, 3 Coppe d’Inghilterra e 3 Coppe di Lega Inglesi. Unico neo di quella generazione di fenomeni, gli scarsi risultati con la maglia della Nazionale Inglese. Che ha indossato solo dal 1997 al 2004, per 66 volte, segnando 14 gol, non andando mai oltre i quarti di finale, sia agli Europei (nel 2004) che ai Mondiali (nel 2002).