Nati oggi: Serge Gnabry, l’esterno finito nel mirino del Chelsea

Gnabry

(Photo by Matthias Hangst/Getty Images)

Serge Gnabry nasce a Stoccarda il 14 luglio 1995, da padre ivoriano e madre tedesca. Ad appena 16 anni lascia la città tedesca destinazione Londra, per entrare a far parte dell’Academy dei Gunners. Qui subito è considerato uno dei talenti più promettenti. Nel 2012 l’esordio in prima squadra, nel match di Coppa contro il Coventry vinto 6-1. Nella stagione 2013/14 il primo gol in Premier League (l’unica in maglia Gunners), contro lo Swansea ed esordio in Champions League. Sarà la giovane età, sarà la pressione, tanta sulle spalle di un ragazzo di 20 anni, sarà la rudezza dei difensori inglesi, ma le prestazioni non convincono del tutto. Va in prestito al W.B.A. per la stagione 2014/15, che sarà se possibile ancora più deludente, con solo 3 gettoni, 1 in campionato.

In Inghilterra si pensa che Gnabry sia inadatto al calcio albionico, e decide allora per il ritorno in patria, destinazione Werder Brema, e qui è tutta un’altra storia. Il giovane si mette in luce come esterno d’attacco dalla velocità micidiale e con buona propensione anche alla rete, come testimoniano gli 11 centri in 27 presenze della stagione 2016/17.

Ed è a questo punto che scatta la lungimiranza dei dirigenti del Bayern Monaco. Alle prese con la futura successione di Robben e Ribery, approfittano della clausola di rescissione di soli 8 milioni di euro per prelevare il talento dalle rive del Weser e portarlo in Baviera.

Ma sia Robben che Ribery sono ancora in attività, in più la pattuglia degli esterni d’attacco è ben nutrita con l’ex juventino Coman, Thomas Muller e l’ingombrante presenza di James Rodriguez, come potenziale adattato.

Così, per dare minutaggio e non far perdere di valore al giocatore, si opta per un prestito all’Hoffenheim. Gnabry risponde con un’altra stagione in doppia cifra, 10 reti in 22 partite, che vale il terzo posto in campionato ed una storica qualificazione in Champions League. E al giocatore la chiamata stabile in nazionale (con cui aveva esordito nel 2016) ed il rientro al Bayern Monaco. Tornato in Baviera si impone come titolare inamovibile nella formazione che vince il Meisterschale. Terzo anno di fila in doppia cifra con 10 reti in 30 partite, dà una pesante spallata al pensionamento anticipato di Arjen Robben e alla partenza di Ribery verso Firenze.

Protagonista del triplete del Bayern nella stagione interrotta dal Covid, si segnala per un clamoroso poker ai danni del Tottenham nei gironi di Champions, in un torneo dove è andato a segno ben 9 volte. Nell’ultimo anno ha nuovamente vinto la Bundesliga, e disputato l’Europeo, terminato solo agli ottavi contro la futura finalista Inghilterra.