Olanda, l’effetto Van Gaal e la rinascita Oranje

Louis Van Gaal, per la terza volta in carriera, è tornato alla guida della nazionale olandese. L’uscita rovinosa agli Europei, sotto la guida di De Boer, ha portato la KNVB alla decisione di tornare alle origini e di affidare gli Oranje ad un allenatore tutto d’un pezzo e capace, soprattutto sul piano tecnico. L’Olanda ha risposto positivamente al cambio in panchina e i giocatori sono sembrati rivitalizzati dalla cura del generale.

La disfatta di De Boer

La nazionale olandese è cambiata e a dimostrarlo c’è il 6-1 inflitto alla Turchia, la stessa nazionale che, prima dell’Europeo, aveva rifilato ben 4 reti agli Oranje compromettendo, già da subito, il girone di qualificazione al Mondiale Qatar 2022. Il cambio sulla panchina è stato fondamentale: la guida di De Boer è risultata fallimentare sotto il piano del gioco: manovra lenta confusa e prevedibile e una mentalità non da grande squadra che ha mostrato tutte le sue lacune sulla gestione delle partite.

Continuare con De Boer avrebbe significato sperperare una generazione di giocatori  importanti, di grande talento ma che insieme apparivano fragili sotto qualsiasi aspetto. Una superiorità tecnica mostrata solo a tratti e la fiducia dei giocatori ai minimi storici e anche le 3 vittorie consecutive nel girone dell’Europeo non avevano tolto questa convizione dalla testa dei tifosi. Il punto di non ritorno si è raggiunto agli ottavi di finale con la sonora sconfitta incassata contro la Repubblica Ceca, un 2-0 che ha rispedito gli olandesi a casa dopo l’espulsione di De Ligt e le reti di Schick e Holes. La KNVB non ha pensato minimamente a riconfermare De Boer e ha deciso per il ritorno del generale Louis Van Gaal.

La cura del generale Van Gaal

La mano del c.t. si è subito potuta osservare con una rinascita nelle motivazioni della squadra, combattiva su ogni pallone e improntata a regalare gioco e bel calcio. Nelle ultime 3 partite per la qualificazione a Qatar 2022, gli Oranje hanno dimostrato di essere di tutt’altro spessore, riuscendo a riconquistare il primato nel girone, scavalcando proprio i rivali ottomani. Il tecnico olandese non ha fatto nulla di complicato: 4-3-3 offensivo con Depay terminale avanzato, supportatoo da un centrocampo completo in ogni reparto e da Bergwijn e Berghuis a volare sulle fasce. Il risultato è andato oltre ogni più ottimistica previsione: l’attaccante del Barcellona è stato devastante: 5 marcature in 3 partite e la possibilità di battere il record di Kluivert. Infatti, Depay ha siglato 12 reti nel 2021 con l’Olanda, lo stesso numero di gol che fece Patrick nel 2000 ma con la differenza che l’ex Lione ha ancora a disposizione 4 gare da disputare.Il gioco è diventato più veloce con scambi di prima e verticalizzazioni che portano l’attaccante davanti alla porta con estrema facilità: contro la Turchia le prime 3 marcature arrivano proprio da un fraseggio sicuro, arrogante, freddo e letale.

Van Gaal ha cambiato poco sul lato tattico ma ha completamente modificato la mentalità dei suoi ragazzi, grazie anche al ritorno di Van Dijk in difesa: De Jong è su tutti i palloni, Klaassen smista ed inventa, mentre Wijnaldum prova ad inserirsi per dare alternative alla manovra. I terzini appoggiano la fase offensiva ma sono subito pronti a ripiegare, dediti al sacrificio. Con queste premesse, il generale Van Gaal ha tra le mani una nazionale pronta a sorprendere e puntare a qualcosa di importante.