Pasquale Mazzocchi, perseveranza e voglia di sognare a Salerno

Mazzocchi

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Quante volte si sente dire: “La vita non è tutta rose e fiori”. Immaginarsi poi se, la vita in questione, riguarda un calciatore professionista approdato in Serie A. Sarebbe semplice immaginarsi un contesto di privilegi e agio ma, spesso, la strada per la consacrazione è tortuosa e piena di ostacoli e, oltre al talento, la stazza umana fa la differenza. E’ il caso di Pasquale Mazzocchi, terzino destro classe 1995 che, nel corso di questa stagione, ha coronato il sogno di giocare nei campi sognati da tutti i giovani calciatori: quelli della Serie A. Infatti, il 27 agosto 2021, Mazzocchi ha ‘assaporato’ per la prima volta l’emozione della massima serie con la maglia del Venezia. Malauguratamente, la gara d’esordio, coincide con una sconfitta per 3-0 contro l’Udinese ma l’emozione di stare lì, dove sono passati i grandi del calcio italiano, ha un valore inestimabile che va oltre il risultato.


Pasquale Mazzocchi, la strada del sudore e del sacrificio

La storia di Mazzocchi è emozionante e, grazie alle parole del suo agente Luigi Lauro a “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, se ne possono cogliere gli aspetti più intensi ed ispiratori.

“Pasquale è davvero l’esempio di chi ce l’ha fatta. Da piccolo, intorno ai 12 anni, dopo scuola e prima degli allenamenti faceva il fruttivendolo. Il suo mister dell’epoca, Giuseppe Araimo, per un periodo lo vedeva affaticato e gli chiese quale fosse il motivo. Il ragazzo, con estrema ingenuità, gli raccontò del suo ‘nuovo’ lavoro e della paga da miseria che percepiva, ma che era necessaria per aiutare la famiglia.

Vedendo in lui un potenziale importante, per tutta risposta gli promise che per ogni gol segnato gli avrebbe dato la stessa paga che percepiva settimanalmente lavorando. Se non fosse stato per Araimo, probabilmente Pasquale sarebbe diventato uno dei tantissimi talenti napoletani che lasciano il calcio per dedicarsi al lavoro ed aiutare la famiglia in difficoltà. Il mister è stato un secondo papà per lui, visto che i suoi genitori biologici erano impegnatissimi, ogni giorno, a trovare qualche soldo per mettere il piatto a tavola”.

Il primo ad avere fiducia in lui, e a ritagliargli un veste tattica per il suo percorso da calciatore, è stato il tecnico Roberto D’Aversa. L’ex allenatore della Sampdoria, infatti, lo ha allenato al Parma, squadra in cui Mazzocchi ha militato dal 2016 al 2018, salendo dalla Serie D alla Serie B. Il suo agente non manca di sottolineare l’importanza che ha avuto il tecnico nei suoi primi passi:

“Sì, lui è uno che non molla mai e non lo ha mai fatto neanche da giovanissimo. Da ragazzino ha subito tante bocciature a causa della sua statura, fino ai sedici anni era più basso dei suoi coetanei. Adesso è alto 183 centimetri, ma si è sviluppato tardi e, di conseguenza, è esploso tardi. Sulla sua carriera ha influito positivamente anche mister D’Aversa nella esperienza al Parma, perché è stato il primo a farlo giocare nel ruolo di terzino destro dove, secondo il suo parere, sarebbe potuto arrivare in una squadra di Serie A che punta all’Europa”.


La dura salita fino alla Serie A e il ritorno in Campania

Dopo l’esperienza al Perugia (dal 2018 al 2020, ndr), Mazzocchi veste la maglia del Venezia con qui conquista una storica promozione in Serie A. Nel massimo campionato, il classe 1995, trova ben 18 presenze con i lagunari nella prima parte di stagione. Poi, a gennaio, il ritorno in Campania alla Salernitana – il ragazzo è nato a Napoli – con il ruolo fondamentale giocato dal direttore sportivo Walter Sabatini. Ecco cosa racconta il suo agente: “Sulla scelta di Pasquale ha pesato molto il progetto esposto dal direttore Sabatini, oltre che alla volontà del ragazzo. Mi spiego meglio. Il primo ad interessarsi è stato Faggiano, direttore sportivo della Sampdoria, il quale ha contattato direttamente il Venezia per capire se ci fosse una formula per averlo a titolo definitivo senza gravare subito sulle finanze societarie, visto che i blucerchiati hanno, attualmente, una situazione complicata”.

Poi c’è stata una richiesta di scambio da parte del Genoa, dell’allora direttore Taldo, che il club veneto non ha preso in considerazione. Ci sarebbe da menzionare anche il sondaggio di una grande e storica squadra della Serie A, ma non mi sembra il caso di menzionarla visto che non si è intavolata la trattativa. Ritornando alla scelta Salerno, il progetto esposto da Sabatini ci è sembrato subito validissimo e, insieme alla volontà di Pasquale di ritornare in Campania, la decisione è stata naturale. Il Venezia ha provato a trattenerlo prima offrendogli un rinnovo contrattuale, poi al nostro diniego ci ha offerto un adeguamento del contratto già in essere senza prolungamento, pur di tenerlo. Insomma, più soldi subito fino a giugno, poi ognuno per la sua strada. Pasquale, però, era estremamente affascinato dal progetto della nuova Salernitana di Iervolino e Sabatini”.


Salerno per continuare a sognare, con Napoli nel cuore

Ruolo decisivo quello di Sabatini ma, al tempo stesso, la voglia di rimanere vicino alla città che gli ha dato i natali e che, neanche a dirlo, gli ha fatto muovere i primi passi nel mondo del pallone. Una sorta di gratitudine e/o chiusura del cerchio che, il suo agente, definisce “conto in sospeso”:

“Sì, Pasquale è nato a Napoli ed è arrivato tardi in Serie A. La sua volontà è quella di mettersi in mostra in una piazza calorosa come Salerno e vicina alla sua città natale, con la quale ha un conto in sospeso. Il calcio lo ha salvato, viene da un quartiere della periferia di Napoli in cui i ragazzi non hanno molte possibilità. Grazie alla sua forza di volontà, ed al dono di saper giocare al calcio, è riuscito a venire fuori da questo ambiente particolare ed il suo desiderio più grande è quello di ispirare tanti ragazzini che, come lui, hanno avuto la sola sfortuna di nascere in un luogo dimenticato dalle istituzioni”.

Pasquale Mazzocchi è pronto a stupire ancora e continuare a sognare, conscio degli ostacoli che comporta la Serie A. Ostacoli che, neanche a dirlo, non lo hanno mai né spaventato né fatto indietreggiare innanzi alle proprie ambizioni.