Plusvalenze Juventus, coinvolte anche Atalanta e Genoa
Il caso plusvalenze che ha coinvolto la Juventus potrebbe presto compromettere anche Atalanta e Genoa. Secondo quanto riporta La Stampa, diversi acquisti che sono finiti sotto l’attenzione della Procura di Torino, sono stati finalizzati dalla Juve con queste due società. La Procura di Torino è pronta a trasmettere i fascicoli alle procure di Genova e Bergamo. L’obiettivo è fare luce sugli acquisti e le cessioni che hanno coinvolto le tre società. Al momento, dunque, nessun dirigente di Genoa e Atalanta è indagato dalla procura nell’operazione Prisma. Gli unici iscritti nel registro degli indagati sono gli appartenenti al vecchio CDA bianconero. Le plusvalenze fittizie che la procura osserva con maggiore attenzione sono quelle di Romero e Kulusevksi, arrivati a Torino dal Genoa e dall’Atalanta. Adesso i due calciatori sono al Tottenham e sono arrivati a Londra grazie a Fabio Paratici, ex Ds bianconero, adesso Ds dei londinesi.
Plusvalenze fittizie: le mosse della Juventus
Come scrive La Stampa, la cessione di Romero dal Genoa ai bianconeri è uno dei casi attenzionati dalla Procura di Torino. Nell’estate del 2019, il Grifone ha ceduto il difensore argentino alla Juve per 26 milioni di euro. Dopo un’ulteriore stagione a Genova in prestito, Romero è passato in prestito con diritto di riscatto all’Atalanta, al costo di 4 milioni. I bergamaschi hanno riscattato Romero per 16 milioni dalla Juventus, prima di venderlo al Tottenham di Paratici per 50 milioni, generando un’ottima plusvalenza. Sempre sull’asse Atalanta-Juve, gli occhi della procura si sono spostati sull’affare Kulusevski. Lo svedese passò ai bianconeri per 35 milioni più 9 di bonus, una quotazione troppo elevata per l’allora 20enne. Altro caso controverso è qeullo di Simone Muratore. Il centrocampista 24enne è passato in nerazzurro per 7 milioni di euro, ma non hai mai giocato una partita con i bergamaschi, girando in prestito anche in Serie C e in Portogallo. Paratici, parlando con gli ispettori della Consob, definisce l’operazione come un «impegno morale» a carico dell’Atalanta.