Pradé con le mani legate | Fiorentina, altra botta dopo la mancata finale di Conference

Daniele Pradé, direttore sportivo della Fiorentina - lapresse - calcioinpillole.com
Brutte notizie su brutte notizie dopo l’eliminazione della Fiorentina in semifinale di Conference League. Pradé ha le mani legate col big.
Niente finale-ter di Conference League. Ma neanche paragoni tra l’esperienza di Vincenzo Italiano sulla panchina della Fiorentina e quella di Raffaele Palladino. Avversari diverse, partite differenti, episodi imparagonabili. Alla fine il Real Betis ha meritato.
Ha meritato di vincere nella sfida di andata, e nel ritorno si è meritata la qualificazione. Alla Fiorentina l’onore delle armi, questo sì. Ma bisogna voltare pagina, perché ora l’Europa che tanto voleva Commisso a tal punto di rinnovare la fiducia (l’ha deciso lui) di Palladino, ora è lontana più che mai.
Il destino europeo della Fiorentina non dipende più dai viola, la fortissima sensazione è che la partita di giovedì sera al Franchi è stata uno snodo cruciale: l’uscita dalla Conference League, oltre che la possibilità di alzare un trofeo e riscattare i due anni precedenti con Italiano in panchina, è stata forse anche l’ultima chance che i viola avevano per conquistare l’Europa.
Raffaele Palladino sa che avrà un’altra chance. Rocco Commisso gli ha rinnovato il contratto poco prima della semi di Conference, ma per molti altri viola no. Il primo che rischia di non vestire più la maglia dei gigliati è Moise Kean. Non certo perché la Fiorentina vuole cederlo, sia chiaro.
E adesso che si fa?
Il centravanti della Nazionale ha una clausola rescissoria che chiude la bocca alla Fiorentina: se dall’1 al 15 luglio qualsiasi club pagherà 52 milioni di euro, ovviamente col placet del giocatore, non si potrà fare nulla. Ma Pradè oltre la bocca, ha anche le mani legate.
La Fiorentina ha investito 6 milioni di euro per prendere Albert Gudmundsson in prestito dal Genoa, accollandosi anche oltre due milioni d’ingaggio del nazionale islandese per la stagione in corso. Con un investimento del genere, sembra impossibile pensare che un club come quello viola non abbia già preventivato il suo riscatto, fissato a 17 milioni peraltro, puntualizza tuttomercatoweb.
L’intoppo
Eppure due nodi legano le mani di Daniele Pradé. Il primo è l’ormai noto procedimento penale aperto nei confronti di Gudmundsson in patria. Il viola ha vinto in prima istanza, ma il ricorso non va sottovalutato.
La seconda criticità è data dal campo. La stagione di Albert Gudmundsson è stata troppo altalenante e sta facendo sorgere dei dubbi alla Fiorentina L’islandese ha tanto da dimostrare ancora a Firenze, ma il riscatto non sembra in discussione: lasciarlo partire dopo una sola stagione così travagliata potrebbe rivelarsi un rischioso boomerang. Che si fa? L’unica via che può seguire Pradé è quella di una rimodulazione dell’accordo con il Genoa.