Qatar 2022, le nazionali scandinave puntano forte ai Mondiali

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Il calcio nordico negli ultimi anni sta diventando uno dei movimenti più interessanti dell’intero panorama mondiale. Non solo per i tanti talenti che i paesi scandinavi stanno lanciando ad altissimi livelli, ma anche e soprattutto per i risultati che stanno riuscendo ad ottenere a livello di Nazionali. In questi giorni si stanno disputando praticamente in ogni angolo del globo le gare di qualificazione al prossimo Mondiale di Qatar 2022. Per ciò che concerne la zona europea, balza immediatamente agli occhi il dominio della Danimarca nel Gruppo F e l’entusiasmante cammino di Norvegia e Svezia, rispettivamente inserite nel Gruppo G e nel Gruppo B.

Qui Copenaghen

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Al Parken di Copenaghen i tifosi danesi si stanno letteralmente stropicciando gli occhi. La nazionale di Kasper Hjulmand è di una bellezza disarmante. Pura, fresca e cristallina come certe sere di marzo in questo angolo di mondo. La rappresentativa danese dopo i fatti capitati a Christian Eriksen durante l’ultimo Europeo, se possibile si è unita ancora di più. La sensazione che la Danimarca lascia è quella di una squadra difficilmente battibile, un vero e proprio enigma irrisolto per gli avversari di turno. Il cammino nel Gruppo F lo dimostra: 6 vittorie in altrettante gare giocate, 22 gol fatti e 0 subiti. Sette punti di vantaggio sulla Scozia seconda in classifica. Una vera e propria macchina da guerra. Sono sbocciati i talenti di Mikkel Damsgaard, Joachim Mahele ed Andreas Skov Olsen, tutti giocatori che potremo ammirare nella nostra Serie A. La difesa sorretta da Simon Kjaer e blindata dalle manone di Kasper Schmeichel. A centrocampo Pierre-Emile Hojbjerg ha finalmente trovato una dimensione vicina a ciò che ci si aspettava da lui alcuni anni fa. Dal 1998 in poi, la Danimarca ha quasi sempre centrato la qualificazione al mondiale, ad eccezione di Germania 2006 e Brasile 2014. Il pass per Qatar 2022 è ormai solo una formalità. Dalle parti di Copenaghen sognare un exploit in una grande manifestazione come quello agli Europei del 1992, d’ora in poi non sarà più vietato.

Il cielo di Norvegia

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A nord di Tromsø si può ammirare uno degli spettacoli più incredibili della natura: l’aurora boreale. Persi in mezzo a tutto quel ghiaccio e quel candore gli occhi dell’avventuriero saranno rapiti da bande luminose di un’ampia gamma di forme e colori rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio. La nazionale di calcio norvegese così come il suo cielo è condannata a convivere con bagliori di bellezza. Quella che negli ultimi anni gli sta regalando Erling-Braut Haaland. Classe 2000, cannibale del gol con 12 reti in 15 presenze con la maglia della nazionale. Il centravanti del presente e del futuro del calcio mondiale si sta caricando i compagni sulle spalle per riportare la Norvegia ad una fase finale di un mondiale che dalle parti di Oslo manca dal 1998. Gli uomini allenati da Stale Solbakken hanno ottenuto 13 punti sino a questo momento nel Gruppo G a pari merito con l’Olanda ma secondi per differenza reti. Non solo il gigante biondo, nella nazionale norvegese il talento di certo non manca. Basti pensare a Martin Odegaard cuore e cervello del centrocampo. A ventiquattro anni di distanza dall’ultima volta la Norvegia può e vuole tornare a giocare un Mondiale e le prestazioni offerte sino a questo momento lasciano intendere che ciò sia altamente probabile.

Il pragmatismo svedese

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La Svezia c’è. In un modo o nell’altro gli svedesi ci sono sempre. Non rubano mai l’occhio, lasciano sempre che l’osservatore pensi che non ce la faranno per poi farcela sempre. E’ un pò la storia della nazionale svedese, ad eccezione di quella splendida di Usa 1994. Anche questa volta, come detto in apertura: la Svezia c’è. Gli svedesi al momento sono secondi nel Gruppo B con 9 punti a una sola lunghezza di distanza dalla Spagna, ma con ben due gare in meno rispetto alle Furie Rosse. La gara in programma questa sera contro la Grecia, potrebbe sancire il definitivo sorpasso sugli spagnoli. Orfani di Zlatan Ibrahimovic, gli svedesi oltre alla famosa solidità difensiva, stanno definitivamente scoprendo ed apprezzando il talento di Alexander Isak, le folate di Emil Forsberg e il genio ancora grezzo di Dejan Kulusevski. Per il resto la squadra si poggia sul gruppo storico che tante soddisfazioni ha regalato al popolo svedese negli ultimi anni. A Stoccolma stanno per assistere ad un altro mezzo miracolo, dopo lo scalpo dell’Italia nel 2017, gli uomini allenati da Janne Andersson stanno preparando lo stesso “scherzetto” anche alla Spagna.