Qualificazioni Qatar2022: l’Italia chiamò

Italia

Credit: Andrea Staccioli/imagoimages

Alle 20.45 parte la missione Qatar2022 per l’Italia. Gli Azzurri debutteranno nelle gare di qualificazione, a Parma, contro l’Irlanda del Nord. Si inizia a far sul serio dunque, per i ragazzi di Roberto Mancini, un appuntamento da non fallire.

Proprio l’attuale commissario tecnico della Nazionale, ha avuto il grande merito di ridare dignità e coraggio ad una squadra e ad una Nazione, calcisticamente depressa dopo il fallimento di Giampiero Ventura, vista la mancata qualificazione al Mondiale russo del 2018, dopo il drammatico spareggio perso contro la Svezia. Il tecnico di Jesi, è stato bravo a ridare anima, senso di appartenenza e una ventata di gioventù ad un gruppo apparso spento negli ultimi anni. Queste ultime, tutte qualità vitali quando si pensa ad una Nazionale come l’Italia. I risultati delle ultime competizioni devono far riflettere: fuori ai gironi nei Mondiali del 2010 contro squadre mediocri (per usare un eufemismo) come Nuova Zelanda, Paraguay e Slovacchia. Ancora eliminati ai gironi nel Mondiale brasiliano del 2014, in quell’occasione furono Costa Rica e Uruguay e farci tornare a casa. Come già detto, il punto più basso, poi è stato toccato con la mancata qualificazione al Mondiale di Russia del 2018. In mezzo, due oasi quasi felici, con i due buoni Europei disputati nel 2012 (finale persa contro la Spagna) e nel 2016 (fuori ai rigori nei quarti contro la Germania).

Il Momento

L’arrivo di Roberto Mancini in panchina è anche coinciso con un netto cambio di mentalità. Della ventata di freschezza indotta dai giovani ne parlavamo in apertura. In tal senso, l’esempio lampante può essere il ricordo della prima convocazione di Nicolò Zaniolo, quando quest’ultimo aveva totalizzato ancora zero minuti in Serie A. Giovani come detto, ma non solo. Anche e soprattutto un cambio di gioco, votato all’offeso più che all’attesa e alle ripartenze che da sempre hanno segnato (in bene e in male) il nostro calcio, specialmente quello della Nazionale. Un cammino intrapreso, quasi senza ostacoli significativi, visti gli ottimi risultati ottenuti in Nations League e quelli, quasi trionfali, nel girone di qualificazione al prossimo Campionato Europeo. Un’Italia che si evolve dunque che cerca il bello, senza per forza di cose dover passare dalla sofferenza sorda ed acuta. Un cambio di passo, non ancora del tutto supportato dalla nostra Serie A. Se è vero che realtà come l’Atalanta ed anche la Lazio hanno provato ad andare nella direzione tracciata dal Commissario Tecnico Azzurro, è altrettanto vero che a Bergamo, nello specifico, di giocatori della nazionale italiana, se si esclude la prima convocazione di Toloi, non ne gioca nessuno. Le squadre di club italiane, a livello europeo, non sono riuscite ad ottenere risultati degni di nota in questi anni. Per risultati intendiamo anche e soprattutto la qualità del gioco espresso, non solo la conquista di un quarto o di una semifinale.

L’Italia di Mancini è una Nazionale che ha snaturato se stessa nell’accezione positiva del termine. O almeno in parte, perché non va dimenticata la tradizione dei grandi portieri, egregiamente portata avanti da Gigio Donnarumma. Manca sempre e comunque l’uomo in grado di accendere la luce, i tempi dei vari Totti, Baggio e Del Piero sono lontani ormai. Più che affidarsi alla giocata del singolo, l’allenatore Azzurro, è andato alla ricerca della manovra corale e del coraggio nell’uno contro uno in fase difensiva.

L’Italia del 2021 è un Italia che gioca per vincere, che gioca per fare un gol in più dell’avversario. Questa è la strada tracciata, il sentiero da percorrere senza paura per tornare a riveder le stelle.