Real Madrid: è morto Francisco Gento, la freccia di Santander

Gento

(Photo by Central Press/Getty Images)

Il calcio spagnolo ed internazionale è in lutto. Si piange la scomparsa di Francisco Gento, storica bandiera del Real Madrid, in forza ai Blancos tra il 1953 e il 1970. Con la Camiseta Blanca ha fatto la storia, ottenendo grandiosi titoli, e diventando il primo giocatore della storia ad alzare sei Coppe dei Campioni. Il club spagnolo ha espresso tutta la sua vicinanza alla vicenda, rendendo onore a Gento sui propri canali social.

Francisco Gento, una storia al Real Madrid

Era il 1953 quando Gento muove i suoi primi passi nella storia del Real Madrid. Ai tempi il club non era tra i più forti al mondo, e non sollevava un trofeo da cinque anni. Grazie alla presidenza di Santiago Bernabeu, Francisco entra a far parte del club, e da lì inizia la storia d’amore col Real. Ala sinistra, con una velocità da centometrista: le sue “skills” prendono subito il cuore della dirigenza, dei tifosi, e spezzano le gambe agli avversari. Basti pensare che da ragazzo correva i 100 metri in 11 secondi e mezzo. Non a caso alcuni dei suoi soprannomi erano: “La Saeta Rubia, la freccia di Santander, gentometrista, la Galena del Cantabrico” e via dicendo.

Grazie a lui ed alla solidissima squadra costruita da Bernabeu, il Real Madrid riesce a vincere cinque Coppe dei Campioni di fila, consacrandosi come la squadra più forte del mondo. Otto campionati vinti da protagonista coi Blancos, coronati nel 1966 con la sesta Coppa dei Campioni sollevata da capitano e trascinatore. Francisco ha giocato tanto e ad ottimi livelli. Anche superati i 30 anni, la sua velocità ed esplosività sorprendeva gli avversari, rendendolo ancora incredibilmente competitivo.

Il suo record di 182 reti in 602 partite viene superato nel 2017 da Benzema, ma i numeri parlano da sé. Il Real Madrid, Gento, lo ha nel cuore, è stato la sua vita, ha dato le sue forze fino all’ultimo per vestire con onore la Camiseta Blanca. La Saeta Rubia si ritirerà nel 1971, a 37 anni, con addosso la maglia del suo amato Real, che si porterà con sé all’infinito.