Rivoluzione Juve: la strategia è quella di valorizzare i giovani

La rivoluzione in casa Juve è nata due annate fa, quando i bianconeri hanno perso contro il Lione e sono usciti contro una squadra di media classifica agli ottavi di Champions League. Da lì Agnelli ha capito di dover svecchiare la sua rosa e puntare ad un ringiovanimento che avrebbe permesso il cambio di rotta sia in campionato che in Europa. Già, perché quello di Sarri è stato l’ultimo scudetto degli ultimi 9 di fila e, con l’arrivo di Andrea Pirlo come nuovo allenatore della Juventus, qualcosa l’anno scorso è iniziato a cambiare. Dalla stagione di mercato 2020 a quella del 2021 la Juventus non ha acquistato giocatori con un’età superiori ai 25 anni.

Questo presenta i suoi pro e i suoi contro. Non è facile gestire nuovi e giovani elementi ancora acerbi e che non conoscono bene i meccanismi di gioco. Dall’altra è molto più semplice entrare nella loro testa e influire sulla loro tecnica. “Io devo portare risultati e creare valore. Questa è una squadra divertente da allenare, perché ha tanti giocatori migliorabili”, aveva detto Max il giorno della sua seconda presentazione in casa Juve. Certo, il tecnico toscano non si è disperato all’addio di Cristiano Ronaldo, anche se avrebbe preferito sistemare la questione con largo anticipo per riuscire a trovare un suo degno sostituto. Alla fine è arrivato Moise Kean (21 anni), che si è aggiunto a Manuel Locatelli (23 anni) e Kaio Jorge (19 anni).

Rispetto alla scorsa stagione c’è stato un abbassamento dell’età anagrafica: con l’uscita di CR7 e Buffon (età media: 39,5) sono arrivati Chiesa, Kulusevski, McKennie e Arthur (a parte Morata, età media di 23 anni) la scorsa stagione. A loro, e ai nuovi innesti di quest’anno, bisogna aggiungere anche De Ligt (22), Bentancur (24) e Luca Pellegrini (22). Ecco che, la nuova giovane Juve è pronta a prendere il volo.