Roma, Mourinho: “Colpa mia. Troppa differenza tra titolari e riserve”

Mourinho

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Una serata così José Mourinho non l’aveva mai vissuta. Infatti, per la prima volta il tecnico della Roma esce dal campo dopo aver subito 6 gol. Una pesante e dolorosa sconfitta, quella subita dalla Roma in Norvegia. Ecco le dichiarazioni dell’allenatore ex Tottenham ai microfoni di Sky Sport.


“La responsabilità è mia. Sono io che ho deciso di giocare con questa squadra. L’ho fatto con buone intenzioni, di dare l’opportunità di giocare a gente che lavora tanto e non gioca tanto. Con la rosa che abbiamo noi, con tutte le partite che abbiamo da giocare, volevo far riposare gente che gioca sempre. Su un campo artificiale e con questo clima ho deciso di far riposare tanti, abbiamo perso contro una squadra che ha più qualità di noi. A livello di formazione iniziale, loro avevano più qualità di noi”.

Avete sottovalutato la competizione?
“Se si potesse giocare sempre con gli stessi lo farei, ma è un grande rischio perché abbiamo una differenza significativa tra un gruppo di giocatori e un altro gruppo. Io ho deciso, in una fase a gironi, di fare questi cambi. Sapevo i limiti dei miei giocatori, non è niente di nuovo, però ovviamente mi aspettavo una risposta migliore. Resta mia la responsabilità”.

C’è il rischio di ferite?
“Ferite ne lascia sempre, che vuol dire? Però ho parlato già con i giocatori nello spogliatoio, sono stato onesto con tutti loro e magari non posso esserlo con voi, cerco di parlare nell’intimità di una bella famiglia, molto forte a livello di empatia e di amicizia. Non l’ho mai nascosto, sapevo di avere una squadra con tanti limiti. Una cosa è la squadra dei 12-13 giocatori, un’altra cosa sono gli altri. Ora nessuno mi chiederà più perché giocano sempre gli stessi”.

Col Napoli nessun margine di errore
“Non si può sbagliare mai, questo è il calcio. La nostra squadra titolare sta giocando bene, meritava più punti di quelli che abbiamo in campionato, però sta avendo sempre una bella mentalità e domenica andremo in campo sempre con questa mentalità. Ovviamente col peso alle spalle di una sconfitta storica”.

Lei non aveva mai preso sei gol in carriera.
“Sì, ma non conta quello che sento io. Non è tanto per me, è più per i ragazzi”.

Se i Friedkin le chiedessero una spiegazione?
“Una spiegazione normale, con cose che ho detto già in privato, anche prima del 6-1. Non è questo risultato che mi fa dire qualcosa che ho detto internamente, che non ho mai voluto dire pubblicamente, e che cercherò di continuare a dire il più privatamente possibile”.