José Mourinho, tecnico della Roma, ha presentato in conferenza stampa la sfida di domani sera in Conference League contro lo Zorya. Le sue parole.
SUL SIGNIFICATO DELLA GARA: “Se vinciamo siamo dentro, se perdiamo siamo fuori. Un pareggio lascia aperto, col destino nelle nostre mani, vincendo il Bulgaria. È così, significa che è una finale per noi e per loro, è una partita importante, lo so che sarà molto dura per noi andare per tanti mesi con campionato e Conference League, ma è un problema che vogliamo avere, non da cui vogliamo fuggire. Domani massima forza per vincere“.
SU COSA SI ASPETTA DA ZANIOLO: “Niente di particolare, mi aspetto tutto dalla partita della squadra. È stato come squadra che abbiamo vinto a Genova, come squadra dobbiamo fare di tutto per vincere. Non mi aspetto niente di diverso da quello che mi aspetto dagli altri. Quello che ho detto a Genova è del modo in cui ha festeggiato, è come se avesse giocato 90 minuti“.
SUL TURNOVER IN PORTA: “Sì. Non è Rui che è tra i migliori, siamo noi che prendendo tre gol a Venezia, prendendo tre gol a Verona, siamo noi come squadra che riusciamo a stare lì con le migliori squadre per performance difensiva. Dipende dalla situazione, penso che Fuzato stia lavorando in modo fantastico. Se deve giocare una partita, sia di Serie A che di Conference League, per me non è un problema. Non sarebbe una notte insonne prima della partita. Gioca Rui domani“.
SUL RENDIMENTO DI ABRAHAM: “Sono contento, sì. Ovviamente quando sei un attaccante di una squadra che crea tanto e sei una squadra che per filosofia è una squadra offensiva di solito hai la possibilità di segnare di più. Però lavora tanto per la squadra, aiuta tanto in questa creazione, in questa costruzione. Per me non è un problema, in questo momento sono contento di lui. Giocatore di squadra, principi offensivi, movimenti. Anche difensivamente ha un modo di analizzare l’avversario, chiudere spazi e pressare. Ha imparato ad avere un’altra dimensione come giocatore di squadra, che magari prima non aveva. Sono contento, penso che presto o tardi arriveranno più gol, avrà tutto, lavoro di squadra e situazione individuali per segnare di più. Ha avuto un piccolo calo dopo un inizio molto forte, che ha colpito tutti, anche i tifosi. Un piccolo calo che mi sembra assolutamente normale, anche dopo l’infortunio che ha rimediato in Inghilterra, con 2-3 partite con qualche limitazione. Domani gioca. Giocano anche Zaniolo e Rui Patricio, ve ne mancano 8“.
SUL MODULO USATO CONTRO IL GENOA: “Non mi piace giocare a cinque, perché una cosa è il concetto di tre e una cosa è il concetto di cinque. Abbiamo perso tutti i terzini sinistri, in quel momento lì la possibilità di giocare a tre con El Shaarawy che non è un terzino e che non fa giocare la squadra con cinque, in cui le ali di base sono terzini, abbiamo trovato questa soluzione che è andata bene a livello di gioco e che a livello di risultato è andata male a Venezia e bene a Genova. La rosa non è stata costruita per giocare a tre, abbiamo solo quattro difensori centrali e quattro ali offensive, hai bisogno di giocatori diversi. Però la verità è che abbiamo giocato, i giocatori si sono adattati, la dinamica non è buona per tutti ma è molto buona per qualcuno, magari è una cosa che dobbiamo avere sempre in tasca come opzione. Quando recupereremo tutti i giocatori, l’obiettivo sarà sempre tornare al modello di gioco che volevamo sviluppare. Ci si arriva con anni di lavoro, quando conosci bene i giocatori e i giocatori conoscono la dinamica di un modello se ne può sviluppare un altro, ma con l’emergenza abbiamo sviluppato questo. Sono contento, lo vedo bene. I giocatori sono contenti, ovviamente per El Shaarawy è più facile giocare come ala del 4-3-3, per qualcun altro è più facile questo sistema. Cercheremo equilibrio. Dico il quarto giocatore che gioca: Veretout“.
SU VINA E CALAFIORI: “Si sono allenati con la squadra, abbiamo una riunione con i dipartimenti, come avevo deciso con Smalling di chiamarlo. È possibile che giochino“.
SU COSA HA CAPITO FINORA: “Conosco meglio i miei giocatori. El Shaarawy sta giocando in quella posizione che per me era quasi impossibile pensare che fosse possibile. L’anno scorso aveva avuto alti e bassi e problemi fisici e di adattamento ad alta intensità. Dopo la Cina non ha avuto continuità. Ho sempre pensato fosse un’ala offensiva, ha avuto un’evoluzione per cui ora gioca 90 minuti e a due metri dalla linea di porta ha fatto un salvataggio sull’unica occasione del Genoa. È un El Shaarawy che non ho mai conosciuto. Imparo da loro, posizione, caratteristiche, dove si possono svilippare. A volte passano anni“.
SULLA PARTITA: “Lo Zorya non è sconosciuto. Abbiamo visto tutte le partite di campionato e di Conference League, non è non rispettando questi avversari che possiamo vincere le partite. Il rispetto c’è sempre, anche in questo caso“.