Sampdoria, Stankovic: “Salvezza difficile ma non impossibile”

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(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Giorno di presentazione per Dejan Stankovic alla Sampdoria. Il neo tecnico serbo è il protagonista della prima conferenza stampa da allenatore dei blucerchiati e parla di come la squadra dovrà raggiungere l’obiettivo salvezza.

Sampdoria, Stankovic: “Le vittorie sono la penicillina”

Dopo il primo punto sul campo, arriva anche la presentazione da tecnico della Sampdoria. Dejan Stankovic parla in conferenza stampa, partendo proprio dalla gara con il Bologna: “Avevamo un giorno e mezzo. Ma non cerco scuse. Ripartiamo dal secondo tempo, oppure dal gol subito col Bologna. E’ quell’atteggiamento che piace me, aggressivi, essere organizzati e sapere cosa dobbiamo fare. Parlavo con tanta gente e tanti mi hanno chiesto il perché sono venuto qua. Io ho risposto loro che vado in un grande club come la Sampdoria. Ci credo. Abbiamo lavorato benissimo questa settimana e i ragazzi sono pronti. Insieme alla dirigenza e ai nostri tifosi possiamo salvarci. Ma ci serve un grandissimo impegno da parte di tutti“.

Quello che manca sono le vittorie: “Le vittorie sono la penicillina. Quando non ci sono i risultati crolli un po’ mentalmente e anche fisicamente. Io ci provo il prima possibile in condizione mentale e fisica per dare il 100% in campo. I ragazzi sono stati grandi ma abbiamo visto un po’ di sorriso e sono pronti per quello che ci aspetta“.

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(Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

“Segniamo troppo poco”

Poi torna sulla squadra: “Cercheremo di avvicinarci di più alla porta e recuperare palla più vicino alla porta. O mettere gli attaccanti in condizione di segnare. Abbiamo tirato poco e subito tanto. Siamo poco pericolosi. Voglio cambiare questo e ci proverò ma dobbiamo essere organizzati più alti e aggressivi“.

Lunedì c’è la Roma di Josè Mourinho che Stankovic conosce bene: “In quei due anni mi ha cambiato tutto. Ma di più. Davo sempre il 100% ma lui ha tirato fuori quel 20 che non pensavo di avere. Avere forte con qualcuno può essere controproducente. Prima devi conoscere la persona. Io parlo con i giocatori. E anche lo stesso campo la dice molto sul carattere di una persona. Ti devi avvicinare e cercare i punti da schiacciare per svegliarlo. Devi essere positivo ma anche duro“.

E su Mihajlovic: “È il mio punto di riferimento nella vita. E’ come un fratello maggiore. Io lo chiamo anche papà e lui si arrabbia. Il suo modo di non mollare, di affrontare la vita mi ha insegnato tanto. Anche quello che sta passando mi ha insegnato tanto. Gli voglio un mondo di bene. E’ come se avessimo lo stesso sangue. Volevo vincere anche per lui a Bologna, non ci sono riuscito ma ci saranno le partite che dedicherò a lui“.