Serie A, diritti tv all’estero. Frenata sulla modifica alla legge Melandri

A general view shows a television broadcast camera and empty tribunes prior to the Italian Serie A football match Lazio vs Fiorentina played on June 27, 2020 behind closed doors at the Olympic stadium in Rome, as the country eases its lockdown aimed at curbing the spread of the COVID-19 infection, caused by the novel coronavirus. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP) (Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Secondo quanto riportato da TMW, ci sarebbe stata un’importante frenata sulla questione diritti tv esteri della Serie A.

Serie A diritti tv
(Photo by Claudio Villa, Onefootball.com)

Serie A, stop alla questione diritti tv all’estero. Bocciata la modifica alla Legge Melandri

Una settimana fa il Consiglio dei Ministri aveva apportato una modifica alla Legge Melandri, che annullava limiti di tempo e vincoli alla vendita dei diritti televisivi della Serie A per il mercato estero.

Secondo quanto trapelato però questa modifica è stata bocciata in un secondo momento ed è quindi non più presente nel documento ufficiale che dovrà essere presentato.

Con l’attuale regolamento, la Serie A può vendere i propri diritti all’estero solo dopo dettagliate e alla volte complicate operazioni burocratiche.

Problemi che ad esempio Liga e Premier League non hanno e che le rendono molto più competitive sul mercato internazionale dei diritti televisivi.

La modifica dell’annullamento di alcuni vincoli avevano portato a un iniziale entusiasmo, dal Presidente di Lega Casini fino all’amministratore delegato De Siervo.

La bocciatura governativa e il passo indietro ha ovviamente raffreddato molto gli animi. Di seguito la motivazione sulla cancellazione della modifica della Legge Melandri.

Essere lontana dal complesso delle novità introdotte dal Decreto Aiuti che, come tutti i decreti di legge deve presentare un contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo per arrivare all’emanazione da parte del Presidente della Repubblica. 

é stato ritenuto che la norma sui diritti tv non rispettasse questi requisiti, destinandola quindi a essere inserita in un provvedimento futuro“.