Serie A, i campioni d’inverno: la Fiorentina 1998/99

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La Serie A 2021-22 è al momento ferma per la pausa natalizia. L’attuale campionato, dopo il girone d’andata, ha visto l’Inter primeggiare con 46 punti raccolti dopo le prime 19 giornate disputate. I nerazzurri, allenati da Simone Inzaghi, hanno così conquistato il simbolico titolo di Campioni d’Inverno con quattro punti di vantaggio sul Milan secondo. Negli ultimi ventidue anni, la squadra prima in classifica alla fine del girone d’andata, solitamente ha sempre vinto il campionato alla fine. Tale circostanza non si è verificata solamente in quattro occasioni, la prima delle quali nella stagione 1998/99.

LA FIORENTINA 1998/99

Nella stagione 1998/99, al campionato di Serie A partecipavano 18 squadre. Erano gli anni delle famose “sette sorelle”, le sette squadre che almeno sulla carta potevano giocarsi lo scudetto. Tra queste vi era la Fiorentina del presidente Vittorio Cecchi Gori e dell’allenatore Giovanni Trapattoni arrivato in estate per sostituire Alberto Malesani. I toscani potevano contare su giocatori straordinari quali Manuel Rui Costa, Francesco Toldo e Gabriel Omar Batistuta. Ma non solo. In squadra agli ordini del Trap vi erano altri calciatori dal valore assoluto come il difensore ceco Tomáš Repka prelevato dallo Sparta Praga, il centrocampista tedesco Jörg Heinrich arrivato dal Borussia Dortmund, l’ex figura chiave del Dream Team del Barcellona Guillermo Amor e poi ancora con i vari Moreno Torricelli, Sandro Cois e Lulù Oliveira. Il tutto supportato dall’imprevedibilità, dell’estro, dal talento e dal genio del brasiliano Edmundo detto “O’Animal”. La Fiorentina di quella stagione si presentava così ai nastri di partenza del campionato con tutte le carte in regola per poter provare a riportare lo scudetto sulle rive dell’Arno che mancava dall’annata 1968-69.

LA GRANDE ILLUSIONE

L’avvio di campionato confermò le sensazioni della vigilia, la Fiorentina vinse la prime quattro gare contro Empoli, Vicenza, Milan ed Udinese. A San Siro andò in scena un autentico show da parte di Batistuta, marcatore di tutte e tre le reti con le quali i viola espugnarono il campo dei rossoneri. Il primo stop arrivò alla quarta giornata all’Olimpico contro la Roma, nella partita passata alla storia per i 15′ di onnipotenza calcistica di tale Gustavo Bartelt, il centravanti argentino dei giallorossi finito poi nel dimenticatoio. Dopo la sconfitta romana, il cammino dei toscani proseguì a singhiozzo con vittorie convincenti in casa contro Salernitana e Venezia e brusche frenate esterne contro Parma e Piacenza. Nonostante un cammino non lineare, i viola rimasero solitari in vetta ininterrottamente dall’ottava alla quindicesima giornata. Durante quel periodo al Franchi sotto i colpi di Batistuta e compagni caddero anche l’Inter di Gigi Simoni e la Juventus di Marcello Lippi. La Fiorentina dopo la sconfitta sul campo della Lazio alla sedicesima giornata, vinse l’ultima gara del girone d’andata della Serie A 1998/99 in casa contro il Cagliari per 4-2. Quel risultato, unito allo scivolone del Parma ancora contro la Lazio, permise agli uomini di Trapattoni di conquistare il platonico titolo d’inverno, a quota 35 punti, con tre lunghezze di vantaggio proprio sugli emiliani e sui biancocelesti e cinque nei confronti del Milan. Batistuta chiuse il girone d’andata con 17 gol all’attivo, con la media fantascientifica per l’epoca di un gol a partita.

SOGNI INFRANTI

I viola nel girone di ritorno non riuscirono a mantenere il passo dell’andata. La società nella sessione invernale del calciomercato acquistò il solo Ficini dall’Empoli. La pietra tombale sul possibile terzo scudetto della Fiorentina arrivò nel mese di febbraio quando Batistuta si infortunò seriamente nella gara contro il Milan e pochi giorni dopo il compagno d’attacco Edmundo partì per il Carnevale di Rio de Janeiro, approfittando di una clausola nel contratto che gli permise di compiere quella scelta assai discutibile. Alla fine della stagione, i toscani chiusero al terzo posto, alle spalle del Milan campione e della Lazio. Una stagione potenzialmente memorabile, certificata dal titolo di campioni d’inverno, è poi passata alla storia come un’annata piena zeppa di rimpianti per i tifosi viola.