Serie A, il 2021 del Sassuolo

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il Sassuolo nel 2021 ha sfiorato l’Europa, un risultato che dovrebbe esser positivo a fine anno, ma che ha il sapore di un enorme occasione persa. La qualificazione anche in Conference League, nonostante l’esser stati tutto il girone d’andata a pochi punti dalla Champions, sarebbe significato un nuovo inizio per il club. Un risultato cercato a lungo e pianificato dalla miracolosa qualificazione del 2016 con Di Francesco in panchina. A traguardo raggiunto probabilmente il Sassuolo avrebbe potuto fare lo step successivo, seguendo il percorso tracciato in Italia negli ultimi anni dall’Atalanta. I big confermati, poche cessioni e pochi innesto funzionali di prospettiva ma con già una buona esperienza.

L’ottavo posto a fine stagione invece ha rappresentato la fine di un ciclo in Emilia, non limitandosi all’addio di De Zerbi. La fine del rapporto con l’allenatore è stato il colpo più pesante da incassare. Una decisione però logica, la conseguenza naturale per tutti come se la delusione fosse stata troppa. Perché il Sassuolo di De Zerbi l’anno scorso ha veramente creduto di poter diventare una grande. I neroverdi hanno mostrato a sprazzi il calcio migliore del campionato, figlio di un palleggio studiato, meticoloso e fluido. Esteticamente appagante. Un gioco di squadra a 360 gradi, in cui il feeling fra i calciatori era palpabile, elevando alcuni giocatori, mai più di tanto considerati, a veri e propri trascinatori. Per esempio Ferrari, una carriera tra Serie B e le panchine di A, l’anno scorso divenuto il regista basso della squadra. Ogni azione ragionata del Sassuolo di De Zerbi passava dai suoi piedi.

L’Europa è sfuggita solo per un fondamentale particolare: gli scontri diretti. Il Sassuolo sia con De Zerbi che con Dionisi è un ottovolante emotivo e tecnico, alternando prestazioni strabilianti ad altre mediocri. Quest’ultime disputate quasi sempre contro le dirette contendenti per l’Europa. Con Dionisi negli ultimi mesi sembra in realtà esser divenuto l’opposto paradossalmente. Più fatica contro le piccole che contro le grandi, con vittorie di carattere contro Juventus e Milan in questa stagione. Causa di questo cambiamento forse il minor palleggio offerto dalla squadra, più prodigata alla verticalizzazione. Con De Zerbi si cercava spavaldamente a controllare il gioco, fare la partita anche con un top club. Ora accetta il poter lasciare il palleggio agli avversari, aspettando il momento giusto in cui attaccare.

L’Europa rimane l’obiettivo futuro del Sassuolo, con questa stagione vista come anno zero di un nuovo ciclo. Le prime settimane sono state difficili, con l’ombra di De Zerbi e Locatelli troppo ingombranti. Piano piano dai blocchi sono sbocciati però giocatori come Frattesi e Scamacca, due delle tante giovani scommesse dell’amministratore delegato Carnevali. Il vero asso nella manica del club, capace anche quest’anno di costruire una squadra potenzialmente fortissima e con un grande divenire.