Serie A – La decima è la giornata in cui nulla è scontato

Eli Khamarov, uno scrittore inglese di padre russo e madre tedesca, che nella sua vita non ha avuto grande fortuna, una volta disse: “Le cose migliori nella vita sono quelle inattese, perché non vi erano aspettative”.

La decima giornata di Serie A sembrerebbe lasciar spazio a poche aspettative di spettacolo, poche pretese di risultati decisivi o sorprendenti: ed è proprio per questo che la decima di Serie A potrebbe essere la migliore giornata di questo inizio di campionato.

Inattesa è la posizione dello Spezia in classifica. Alzi la mano chi, dopo nove giornate, avrebbe immaginato i liguri a solo quattro lunghezze dalla Lazio, regina dello scorso campionato. Eppure è così, eppure Italiano sta portando avanti un progetto entusiasmante perché semplice, antico, e allo stesso tempo convincente.

E oggi, alle 15:00, saranno proprio i biancocelesti gli ospiti al Dino Manuzzi. Risultato scritto? Non esattamente, per quello che abbiamo visto sinora. Gli uomini di Inzaghi vengono dalla faticosa trasferta di Dortmund e in settimana si giocheranno l’accesso agli ottavi di finale contro i ragazzi terribili del Brugge. Potranno mancare le forze nervose, e i padroni di casa sono avversario ostico, difficile da superare se non al 100% della concentrazione e intensità.

Intensità che non possiamo non chiedere al match di cartello della decima giornata: il Derby della Mole. Una stracittadina è sempre una stracittadina, e come storia vuole, i bianconeri portano la tecnica mentre i cugini portano il cuore. Alla fine la tecnica ha quasi sempre la meglio. Il Toro non vince in casa della Juventus dal lontano 9 aprile 1995. Cinque anni fa al Comunale ottenne l’ultima vittoria a referto nello storico del match. Se consideriamo gli average values, ovvero le statistiche dei due team in questo campionato, su 12 parametri di comparizione, la squadra di Giampaolo prevale solo due volte, per gol concessi (2,44) e falli commessi (14,67). La verità, però, è che il Torino ha il sangue agli occhi e il coltello tra i denti, perché ne vale un’intera stagione e forse il futuro del suo tecnico. I bianconeri, invece, non hanno mai del tutto convinti, soprattutto senza Morata, l’uomo che allunga e decide. 

Decide quasi sempre Lukaku quando è in campo, e proprio a Lukaku si affiderà Conte per risolvere in scioltezza il match in programma a San Siro contro il Bologna. Sarà un’Inter che vorrà chiudere le pratiche in fretta, che sentirà l’urgenza di non andare per le lunghe, perché in settimana avrà da giocarsi la Champions. Uscire, ancora, ai gironi per il secondo anno consecutivo sarebbe un fallimento. La fretta, però, è cattiva consigliera: c’è sempre la necessità di fare le cose nei giusti tempi e senza fretta per non subire gravi conseguenze. In questa caso le gravi conseguenze potrebbero infliggerle il Bologna, che non sarà una big, ma possiede la cifra tecnica offensiva per punire mancanze di attenzione. Sulla carta non c’è storia, ma la storia va scritta.

Lo sa bene Juric, che continua a stringere una penna tra le mani e a farci leggere le sue imprese, come fosse un condottiero medievale. Sì, perché, il Verona è cavalleresco per spirito, per quanto continua a mostrarci anche dopo le perdite estive. Dopo nove giornate è ancora lì a stupire, ad uscire vittoriosa da Bergamo, a galleggiare a ridosso dell’Europa. Un’Europa che magari per una settimana potrebbe sentire ancora più vicina, dovesse arrivare una vittoria sul Cagliari, ospite veneta della decima giornata, la prima della domenica. Un Cagliari che è come il cielo appena svegli all’alba, non sai mai se aspettarti solo o pioggia. In verità i rossoblù creano abbastanza, approcciano bene ai match, ma subiscono troppo e dilapidano tanto. I sardi non vanno a braccetto con la continuità e hanno un disperato bisogno di vittorie, magari corsare, importanti per rendere questa stagione meno anonima.

Alle 15 si troveranno di fronte Parma e Benevento, rispettivamente sedicesima e quindicesima, ad una lunghezza di distanza. Punti che hanno un peso relativo a seconda di chi li colleziona: 10 punti per il Benevento significano credere ad una salvezza miracolosa e storica, 9 per il Parma sollevano qualche dubbio intorno al distacco da D’Aversa. Liverani sta facendo quello che può, sta cambiando filosofia, ma non ha disposizione quello di cui ha bisogno. L’impressione è che il risultato del suo lavoro sia castrato. Di certo il match andrà a cartello come scontro per non retrocedere.

Contemporaneamente, all’Olimpico si affronteranno due squadre che ci hanno fatto vedere tante delle migliori cose della stagione: la Roma e il Sassuolo. Due squadre, però, che sono reduci da due sconfitte pesanti, maturate male. I giallorossi, poi vittoriosi in Europa, a Napoli hanno dato la peggior versione di sé, quasi non sembravano loro. I neroverdi si sono sciolti di fronte all’Inter, manifestando delle lacune difensive che non avevamo scorto. È inatteso, come il leit motive della decima, e non potrebbe essere diversamente, l’esito di una gara che è lecito aspettarsi emozionante.

Emozionata, invece, sarà l’Atalanta che scenderà in campo a Udine, perché a distanza di 72 ore sarà attesa dalla partita più importante, per il momento, della sua stagione: quella di Amsterdam contro l’Ajax. Eppure, prima, c’è da riscattare un incipit di campionato non proprio all’altezza delle aspettative. I nerazzurri mancano di lucidità e faticano contro le squadre intense, soprattutto quando hanno altro per la testa. Questa condizione di annebbiamento sarà ciò sui cui farà leva l’Udinese di Gotti che a passo cadenzato sembra stia trovando un equilibrio e una compattezza grazie ad una difesa a tre solida e alla tecnica in ripartenza assicurata da De Paul e Pereyra. Ribaltamenti di fronte, transizioni e velocità saranno gli ingredienti al Friuli. Come finirà non è domanda da decima.

Potremmo rispondere in scioltezza pensando alle due partite che chiuderanno la domenica: Crotone-Napoli e Sampdoria-Milan. Lascerebbero pensare a due risultati semplici e corsari, vittorie per azzurri e rossoneri. I calabresi sono fanalino di coda e palesano limiti immensi per chi ha bisogno di punti e si ritrova a cercarli contro una delle migliori squadre del campionato. Ma gli azzurri, stupendi contro la Roma, hanno manifestato i soliti difetti di personalità e concentrazione in Europa in casa dell’AZ: tendono a sottovalutare le partite e ad uscire dai match, nel calcio moderno non puoi mai permettertelo e questo può costare sul lungo periodo. 

Lungo periodo favorevole al Milan, primo della classe, e vincente anche in Europa League. Di netto gli uomini di Pioli e Ibra meritano la posizione di classifica e i complimenti. Di fronte una Samp quadrata che, però, sembrerebbe non poter metter in difficoltà un avversario così superiore tecnicamente. 

Dulcis in fundo, nella notte del lunedì della decima, Fiorentina-Genoa, Prandelli contro il suo ultimo passato in A e contro la maledizione che soccombe sulla Viola. I gigliati hanno un solo risultato, perché continuano a ballare su ciglio del burrone, dove peraltro si trovano in compagnia degli avversari all’ennesimo annus horribilis. Come da cartello “nulla è scontato”, ma fa paura ad entrambe.