Sì, si può fischiare Donnarumma

Donnarumma

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Gli impegni della Nazionale sono come un grande banchetto, in cui ci si nutre a piene mani di retorica, di patriottismo, di valori, che spesso rimangono sulla carta, come quella usata per pulirsi dopo aver gozzovigliato.

Ed è a colpi di retorica che viene combattuta oggi la battaglia contro chi ha fischiato Gianluigi Donnarumma, durante la partita tra Italia e Spagna, semifinale di Nations League. Non è tanto il gesto fatto contro il portiere, quanto la lesa maestà alla maglia azzurra che, una volta vestita, cancella ogni peccato – ammesso che ce ne siano – e consegna un’aura di intoccabilità. Ma no, i fischi a Donnarumma non sono un attacco alla Nazione, non minano le basi della democrazia, non macchiano il Tricolore. Sì, sono legittimi, sono la reazione di pancia a chi si è sentito – a ragione o no, questo è un altro discorso – tradito dal cambio di maglia, e dalle modalità con il quale è avvenuto. Sì, si possono fare, nessuna violenza è contemplata nell’infilarsi le dita in bocca e soffiare, fino ad emettere un suono che, unito ai tanti altri, rimbomba dentro San Siro e porta con sé mesi di rabbia e frustrazione, per come l’intera faccenda è stata gestita. No, non hanno assolutamente niente a che fare con i fischi e gli ululati che vengono rivolti ai giocatori neri.

Esistono pochi amori, profondi come quelli che si provano per la maglia della propria squadra. Un sentimento che, molto spesso, si eredita in famiglia e che passa di generazione in generazione. Un trasferimento come quello di Donnarumma viene letto con le lenti del tradimento, non potrebbe essere altrimenti, e la maglia della Nazionale non può cancellare questo. La questione legata all’estremo difensore, è ancora un nervo scoperto della tifoseria rossonera, nonostante l’inserimento dell’ottimo Maignan, e lo rimarrà ancora a lungo. Nota a margine: da anni è in corso un processo di trasformazione degli stadi in qualcosa di simile ai teatri. E a teatro, i fischi sono contemplati.