Simeone: “Italia, che ricordi meravigliosi! Vorrei tornare”

Diego Simeone, tecnico dell’Atletico Madrid, ha parlato in conferenza nel giorno della presentazione della docu-serie di Amazon Prime a lui dedicata, “Simeone – Vivir partido a partido“. Di seguito le sue parole riprese da TMW:

Sono molto contento. Non è stato facile raccontarmi e lasciare entrare dentro la mia quotidianità altre persone, ma ce l’abbiamo fatta e sono felice. Questa serie racconta tutta la mia carriera, prima come calciatore e poi come allenatore, ovviamente fino a questo momento. È un viaggio nella mia vita, privata e professionale. Per fortuna sono riuscito a costruire sempre una famiglia, fra i miei più cari, ma anche nel lavoro. La serie mostra proprio questo, una parte di me che la gente non vede da fuori. Ci sono stati tanti bei momenti durante le riprese, una delle scene che più mi ha colpito è stata sicuramente la chiacchierata con mio padre davanti a casa nostra. Un momento molto intimo, al pari di tanti altri che vedrete nei sei episodi“.

SULL’EMPATIA COL CLUB CHE ALLENA:Posso sentire e capire più rapidamente cosa succede non solo in campo, ma in tutto l’ambiente. Io conosco molto bene la gente dell’Atletico… Per esempio: anche quando giochiamo male, so che durante la partita i nostri tifosi ci appoggeranno sempre. Poi alla fine, se sono meritate, è giusto che arrivino le critiche“.

SUL CANTARE L’INNO DELL’ATLETICO ALL’INTERNO DELLA SERIE:L’Atletico è una gran parte della mia vita. Prima o poi dovrò andarmene, perché nella vita inizia e finisce tutto. Mi auguro comunque che questa separazione sia frutto di una decisione condivisa. Ma è chiaro che per me l’Atletico è stato, è e sarà sempre speciale“.

SULL’ARRIVARE A CERTI LIVELLI:Ho sempre voluto il massimo. Sono sempre stato ossessionato dal migliorarmi ogni giorno, non tanto dal vincere, ma piuttosto dal diventare sempre meglio. Non mi pento di nulla come calciatore, ho dato e fatto tutto quello che potevo. Adesso però ho ancora tanti anni davanti a me come allenatore, mi sento ancora giovane“.

SUI 5 GIORNI CHE GLI SERVONO PER ASSIMILARE LA SCONFITTA:Sì, la sconfitta è sempre dolorosa. Una sconfitta deve essere analizzata e compresa, poi superata, ma è importante che ti faccia soffrire. Se non soffri, non impari niente“.

SUI TANTI ANNI ALL’ATLETICO CON LA STESSA AMBIZIONE:Non è facile, serve avere sempre tanta creatività per continuare a motivare la squadra. Ogni volta che vinciamo il campionato, non è semplice poi ripartire. Ci sono squadre come la Juve o il Bayern a cui viene naturale vincere la propria lega, per noi non è così“.

DI COSA HA PAURA:Della morte. La morte è l’unica cosa che mi fa paura. Il resto no, il resto si sistema sempre“.

SE SIA FACILE ESSERE SIMEONE:Al 100% sì, mi sento fortunatissimo a fare quello che faccio e a vivere questa vita“.

SE VEDE L’ARGENTINA RILASSATA DOPO LA COPA AMERICA VINTA:Assolutamente no, vedo il ct Scaloni e tutto il suo staff molto concentrati e solidi in vista del Mondiale“.

SUI RICORDI DELL’ITALIA:Ho un ricordo meraviglioso del calcio italiano, ho imparato molto come giocatore ma anche come uomo. Sono maturato in Italia e mi piacerebbe tornarci in futuro da allenatore. Ci sono grandi squadre in Serie A e c’è un bel livello, oggi sto bene dove sono, ma tutto finisce nella vita e nel calcio. Prima o poi dovrò lasciare anche io l’Atletico Madrid“.

SE SI PENTE DI QUALCOSA NELLA SUA CARRIERA:No, ho sempre deciso con l’istinto o facendo le mie valutazioni. Non ti puoi pentire se hai fatto qualcosa che credevi fosse giusto. Chiaramente so che avrei potuto fare alcune cose in modo migliore, ma non mi pento di nulla. Sono sincero“.