Sky, ricorso al Tribunale di Milano contro DAZN

Dazn

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Nuovo capitolo della vicenda Sky – Dazn relativa ai diritti TV del prossimo triennio di stagioni di Serie A. L’assegnazione degli stessi alla piattaforma di streaming ha sollevato parecchie polemiche da parte dell’emittente televisiva con sede a Rogoredo, in quanto, come riportato da Calcio e Finanza, crea un risultato senza precedenti nella vendita centralizzata dei diritti calcistici in Italia“. Questo è quello che si legge nel ricorso presentato da Sky al Tribunale di Milano contro la Lega Serie A e la stessa Dazn, fondato su sei diverse motivazioni come la No Single Buyer Rule, un aspetto previsto dalla Legge Melandri che impedisce ad un solo provider di acquisire una parte importante o totale dei diritti di tutte le dirette del campionato.

Nel testo del ricorso troviamo diversi passaggi che confermano la posizione di Sky: “Per la prima volta un solo operatore pay-tv offrirà agli spettatori la visione dell’intero campionato e delle partite della loro squadra, senza dover affrontare alcuna concorrenza per tali contenuti” e ciò formerebbe una situazione e un impatto potenzialmente devastante sulla base abbonati di Sky interessata al campionato, che verrebbe spinta a recedere in tempo utile per sottoscrivere l’abbonamento a Dazn”. Data l’assegnazione dei pacchetti 1 e 3 a Dazn, “chi vuole vedere il campionato o le partite della propria squadra può sottoscrivere solo l’offerta pay-tv di Dazn e vi troverebbe tutte le partite più appetibili e tutte le 380 partite del campionato stesso, senza alcuna pressione concorrenziale”.

“Omettendo di assegnare il pacchetto 2 fino a data da destinarsi, la Lega ha concesso a Dazn l’esclusiva di fatto su tutto il campionato, in un periodo cruciale per le scelte degli abbonati relative alla prossima stagione sportiva […] la Lega ha così consentito a Dazn di pubblicizzare in solitudine e in anticipo la propria offerta pay-tv relativa al campionato, presentandosi al mercato come l’unica opzione possibile per vedere qualsiasi partita di Serie A, con gravissimo e irreparabile sviamento di clientela nonché pregiudizio per l’intero mercato e per gli altri operatori”. “Evidentemente, la Lega confida di poter indurre gli operatori pay-tv con l’acqua alla gola (e in primis Sky) a offrire prezzi ancora più elevati per il pacchetto 2 nella vana speranza di limitare quanto più possibile l’emorragia dei loro clienti verso Dazn», questa l’accusa in riferimento al bando per le tre partite che dovranno avere una co-esclusiva ancora non assegnate al momento, con un’offerta di 87,5 milioni da parte di Sky per ogni stagione che è stata respinta.

“Le pretese della Lega di ottenere un prezzo più elevato rispetto alle offerte già ricevute, per un pacchetto il cui valore si è abbassato ancora più drasticamente all’esito dell’assegnazione dei pacchetti 1 e 3 a Dazn, paiono poggiare su una mera prospettiva ricattatoria nei confronti di operatori che si trovano ora a doversi tutelare dal confronto con un monopolista nell’offerta pay-tv delle partite del campionato”. Sostanzialmente, l’imputazione di Sky nei confronti della Lega Serie A e di Dazn è di abuso di posizione dominante, nonché di concorrenza sleale. D’altro canto, le altre parti in causa hanno fatto filtrare sensazioni positive in merito al proprio rispetto delle regole. L’udienza è fissata per il 5 maggio, dopo la quale si saprà se il ricorso di Sky verrà accolto e, qualora questo accadesse, si riaprirebbe tutto il discorso a pochi mesi dall’inizio della prossima stagione sportiva.