Southampton, McQueen si ritira a 26 anni: decisiva la rottura del crociato

McQueen

(Photo by Scott Heavey/Getty Images)

A soli 26 anni ha annunciato il ritiro Sam McQueen, ormai ex giocatore del Southampton. Fermo da tre anni, il calciatore non è mai riuscito a recuperare da un durissimo infortunio che lo ha portato alla rottura del legamento crociato anteriore. In un’intervista al sito ufficiale del Southampton, McQueen ha raccontato tutto il dolore e la frustrazione dell’infortunio e degli innumerevoli interventi chirurgici che ha dovuto subire.

L’infortunio di McQueen

Era il lontano 2018 quando McQueen, nel tentativo di spazzare un pallone si è rotto il legamento crociato anteriore. L’ho sentito scattare e ho capito immediatamente che si era rotto il crociato”. Queste le parole del calciatore dopo l’infortunio. Ovviamente dopo l’accaduto, Sam è stato operato al ginocchio.

Complicazioni

La disavventura calcistica di Sam McQueen è però solo all’inizio. Al giocatore del Southampton, infatti, è venuta un’infezione al ginocchio, per la quale è stato portato d’urgenza a Londra per un’ulteriore operazione. “La settimana prima di Natale ho iniziato ad avere vampate di calore e ho scoperto di avere un’infezione. Dunque sono stato portato di corsa a Londra per un intervento chirurgico d’urgenza per cercare di eliminare l’infezione dal ginocchio”.

Il calvario di Sam non è finito qui. Dopo la seconda operazione l’infezione al ginocchio è tornata, ed il giocatore è stato portato nuovamente sotto i ferri. “Ho iniziato ad avere di nuovo vampate di calore e forti dolori al ginocchio e ho scoperto che l’infezione era tornata, la stessa. Sono dovuto correre di nuovo a Londra per vedere il chirurgo e rifare l’intera operazione, prendendo i legamenti dell’altra gamba per mettere a posto il ginocchio che purtroppo non era andato bene la prima volta”. 

Nove interventi, da novembre 2018 a luglio 2019. Questo è il lungo calvario che McQueen ha dovuto subire: “Ho avuto l’ultimo intervento chirurgico a luglio 2019. Quindi da novembre 2018 a luglio 2019 ho subìto probabilmente circa nove diversi interventi chirurgici”.

Quando il corpo non risponde

Al termine delle molteplici operazioni, McQueen sembra vedere la luce in fondo al tunnel, ma non aveva fatto ancora i conti col suo corpo. Tanti gli sforzi del calciatore per tornare in campo, ma nulla da fare: il suo corpo non rispondeva, ormai deteriorato. Gli forzi per tornare a giocare si sono rivelati inutili, non per colpa sua. Il rischio ricaduta era dietro l’angolo ad ogni allenamento. Sam sentiva che dopo tutti i mesi di inattività il suo corpo era fuori uso, ko.

“Negli ultimi due anni venivo sei giorni alla settimana, facendo tutto ciò che si fa normalmente dopo una riabilitazione del crociato. Facevo molto lavoro in palestra, molte sessioni in piscina”, ha spiegato prima dell’annuncio del ritiro. La condizione del mio corpo era ad un livello tale che se provavo ad unirmi a qualsiasi parte dell’allenamento, avevo continuamente dolori muscolari in certe aree. Il mio ginocchio non era in grado di sopportarli. Mi avevano avvisato che probabilmente non avrei potuto giocare a calcio ancora per molto, anche se sarei riuscito a tornare”. Conclude così McQueen.

Aspetti psicologici

Psicologicamente Sam McQueen non era più lo stesso. Lo sconforto e la depressione avevano preso il sopravvento: “Non ho mantenuto un atteggiamento positivo e sono caduto in depressione”, ha spiegato l’ormai ex calciatore. La convinzione di essere invincibile, di poter superare qualsiasi ostacolo era crollata mese dopo mese, operazione dopo operazione. La sua testa non era forse pronta ad affrontare tale batosta.

Solo la nascita di suo figlio ha risollevato il morale di McQueen. Queste le sue parole: “Solo quando ho scoperto che la mia compagna era incinta e che avrei avuto un figlio ho sentito un po’ di sollievo. Prima non ero in grado di affrontare l’infortunio e le cose che erano accadute all’interno della mia famiglia”. 

La decisione del ritiro

Dopo mesi di operazioni, ricadute e batoste psicologiche, arriva la decisione più dura, ma più saggia della carriera di McQueen: “Sono libero e felice di dire che non ero in grado di affrontare queste cose. Pensavo di essere capace di tutto, pensavo di essere Superman quando giocavo in Premier League. Non pensavo di non essere in grado di affrontare alcun trauma emotivo o personale. Quando l’infortunio mi ha colpito, mi ha rovinato per un certo periodo. Ci sono voluti tre anni prima che la mia mente iniziasse ad elaborarlo per sentirmi di nuovo me stesso”.

Ora Sam McQueen avrà tempo da dedicare ai suoi affetti più cari, a sua moglie, a suo figlio, ma soprattutto a sé stesso. La cura della mente e del corpo sarà il primo obiettivo del futuro prossimo dell’ex giocatore. La vita continua, le batoste si superano, nonostante le molteplici difficoltà, e Sam McQueen ne è la prova.