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La storia di Goran Pandev, da eroe di Madrid a Re di Macedonia

Ci sono narrazioni che racchiudono in sé frammenti di una storia più importante. E, come affermava Guccini: “Questo è uno dei pregi della narrativa come delle canzoni: dire di personaggi che attraverso le parole rimangono in vita, che si vestono in qualche modo di eternità”. Si parla di eternità, di qualcosa destinato a durare e ad essere ricordato negli anni. Il calcio è uno dei numerosi templi, in cui, le storie riecheggiano avvolte in un’aura di assoluta sacralità. Specialmente quando, tali storie, si intrecciano in altri racconti che, inevitabilmente, discostandosi dal mero gioco del pallone, si sublimano in un vero e proprio componimento, quasi di natura epica. Questo è il caso di Goran Pandev. L’esempio di un protagonista, le cui gesta, tramandano agli appassionati l’identità e la caratura che può assumere lo sport. Pandev, un uomo in grado di passare alla storia nella veste di eroe, seppur con stendardi di differente tinta. Ieri sera, il macedone, ha scritto un’altra pagina da ricordare del calcio, portando la sua Macedonia a partecipare al primo campionato Europeo della sua storia. Un uomo infinito, che muta nelle sue infinite imprese. Pandev, che nel 2010 fu uno degli eroi del Triplete dell’Inter a Madrid e, ieri sera, si è consacrato come il Re di Macedonia, che storia.

Gli inizi di Goran Pandev

Goran Pandev nasce a Sturmica il 27 luglio del 1983. Ad appena 16 anni diviene titolare nella squadra della sua città natale, il Belasica. Giovane attaccante mancino, minuzioso nei movimenti e letale sotto porta, totalizza 6 reti in 18 presenze, prima di finire celermente nelle mire del palcoscenico europeo. Più precisamente, l’Inter si interessa a lui e, versando 250 mila euro, lo porta in Italia. Pandev viene aggregato alla squadra Primavera, vincendo il torneo di Viareggio.

Nessuna presenza, purtroppo, nella Prima Squadra. I nerazzurri decidono di cederlo in prestito, affinché possa incrementare il suo livello. Viene mandato temporaneamente allo Spezia nell’estate del 2002, dove milita nel campionato di C1, portando a referto 4 reti in 23 presenze, tra Campionato C1 e Coppa Italia. Lo step di crescita successivo, lo vede giocare in prestito all’Ancona, appena promosso in Serie A. Il 2 novembre del 2003, esordisce nella massima serie italiana e, il 7 dicembre 2003, trova la sua prima rete in Serie A, contro il Bologna di Guidolin, guidato da Beppe Signori e Gianluca Pagliuca. 

L’esplosione alla Lazio
OneFootball – (Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Nell’estate del 2004, Goran Pandev sbarca a Roma. L’Inter lo cede in comproprietà alla Lazio. Dejan Stankovic segue il percorso opposto, approdando alla corte dei nerazzurri. Il primo anno, non è ancora un titolare inamovibile. Tuttavia, Pandev sviluppa una certa sintonia con il compagno di reparto Tommaso Rocchi. Il 16 settembre del 2004, Goran Pandev appone la sua prima firma in campo europeo, segnando la sua prima rete in Coppa Uefa contro il Metalurg Donetsk. La sua prima stagione tra gli Aquilotti, si conclude con 4 reti e 1 assist, a fronte di 30 presenze complessive tra campionato , Coppa Italia e Coppe Uefa.

L’anno successivo, il club acquistato da Lotito appena un anno prima, sceglie Delio Rossi come allenatore. Il tecnico subentra a Giuseppe Papadopulo che, a sua volta, aveva rilevato l’esonerato Domenico Caso a metà stagione. Il feeling tra Pandev e Delio Rossi è immediato. Il tecnico lo elegge perno imprescindibile della formazione. Nell’estate del 2006, la Lazio sceglie di acquistare Pandev a titolo definitivo, riscattandolo alle buste per circa 4 milioni di euro. La storia tra Pandev, Rossi e la Lazio durerà per altre quattro stagioni; il centravanti macedone spicca il volo, andando in doppia cifra realizzativa per tutte le quattro stagioni menzionate.

Dalla stagione 2005/06 a quella 2008/09, Pandev colleziona 162 presenze totali tra Serie A, Coppa Italia, Champions League e Trofeo Intertoto, andando in rete ben 60 volte e fornendo 18 assist. Il macedone si toglie anche soddisfazioni uniche come la doppietta al Real Madrid nel 2007, nella sfida a distanza con il bomber Ruud Van Nistelrooy. Pandev conquista due trofei in biancoceleste: la Coppa Italia nella stagione 2008/09 e, successivamente, la Supercoppa Italiana nell’estate del 2009, contro l’Inter di Mourinho.

L’addio turbolento e il trionfo con l’Inter

Con i colori della Lazio, Pandev viene ufficialmente annoverato tra i più incisivi centravanti della Serie A. Tuttavia, la storia d’amore con i biancocelesti terminerà in modo brusco e doloroso. Il macedone, nel corso di un’intervista, lamenta la scarsa propensione del club ad accelerare l’iter per il prolungamento del contratto. I toni si inaspriscono, settimana dopo settimana. Il presidente Lotito decide di metterlo fuori rosa. La Supercoppa Italiana del 2009, Pandev la vince senza essere neppure convocato per il match.

Il giocatore apre lo scontro, seguendo le vie legali al solo scopo di liberarsi contrattualmente dai biancocelesti. Il suo ricorso viene accolto e, nella sessione invernale della stagione 2009/10, Pandev si trasferisce all’Inter a parametro zero; inoltre la lazio viene condannata a pagare un risarcimento al giocatore ammontante a 160 mila euro. L’Inter riaccoglie Pandev, ancora ignara che il “Re di Macedonia” sta per andare a Madrid per un appuntamento con la storia, come gli altri compagni nerazzurri. L’Inter gli fa firmare un contratto quinquennale. Il macedone si inserisce rapidamente nell’assetto tattico di Josè Mourinho. Nei primi mesi in nerazzurro, Pandev totalizza 3 reti e fornisce 6 assist in 27 presenze complessive. Il macedone è protagonista nei momenti decisivi della stagione dell’Inter. Nel derby di ritorno contro il Milan, segna su punizione il gol del 2-0 che consegna una fetta di scudetto al club di Moratti e, nella storica finale di Madrid, Pandev parte titolare giocando per 80 minuti e, inevitabilmente, contribuendo alla conquista della Champions League che l’Inter aspettava da 45 anni. Una storia e, soprattutto, un destino da eroe per Pandev, emblematico già a Madrid, dieci anni prima del successo con la Macedonia.

OneFootball – (Photo by CHRISTOPHE SIMON/AFP via Getty Images)

L’anno successivo arriva Benitez. Pandev si rende subito protagonista, segnando il momentaneo gol del pareggio nella finale di Supercoppa Italiana, poi vinta, contro la Roma. Il macedone segnerà anche in finale del Mondiale per Club contro il Mazembe, nonché nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions contro il Bayern. Pandev, segnò il gol del decisivo 3-2 all’88’, portando l’Inter ai quarti dove venne poi eliminata dallo Schalke 04. Pandev chiude la stagione conquistando la Coppa Italia contro il Palermo, grazie anche ad un suo assist per il terzo gol di Diego Milito. (3-1 finale, ndr)

La sua esperienza all’Inter si conclude con la vittoria di ben sei titoli, di cui 4 nazionali e 2 internazionali. Il giocatore si trasferisce in prestito al Napoli che, successivamente, lo riscatta per 7,5 milioni di euro.

Napoli, Galatasaray e l’immortalità al Genoa

Pandev approda a Napoli, sotto la guida di Mazzarri prima e del ritrovato Benitez poi. In tre stagioni per il club partenopeo, Pandev conquista due Coppe Italia e, a fronte di 124 presenze complessive, totalizza 22 reti e fornisce 24 assist. Dopo la breve ma soddisfacente esperienza all’ombra del Vesuvio, Pandev trascorre appena un anno in Turchia al Galatasaray, segnando 7 reti in 17 presenze tra campionato, coppa turca e Champions League. Al termine dell’avventura a Istanbul, Pandev fa ritorno in Italia, precisamente al Genoa. Il macedone, tutt’ora, milita tra le file del Grifone. Quest’anno ha toccato il traguardo delle 450 presenze in Serie A e, nonostante i 37 anni d’età, è ancora uno degli uomini maggiormente decisivi. In questi anni complessi, dove il Genoa ha rischiato la retrocessione, Pandev ha continuato a prendere sulle spalle la squadra, tenendola in Serie A anche grazie alle sue prestazioni immortali. Fino ad oggi, Goran Pandev ha segnato 26 gol con la maglia del club più antico d’Italia, servendo altresì 9 assist. Il tutto a fronte di 143 presenze tra campionato e Coppa Italia.

Il miglior giocatore macedone della storia

L’avevamo anticipato: Pandev è diventato per il calcio macedone, un vero e proprio Re incontrastato. Da quell’esordio contro la Turchia il 6 giugno 2001, Pandev ha messo insieme 106 presenze in gare ufficiali, segnando 30 gol e servendo 18 assist. L’ex CT della nazionale macedone Jonuz affermò: “Diventando campione d’Europa e del mondo, Pandev è entrato nella storia del calcio macedone, gli auguro di conquistare molti altri trofei in futuro”.

La stampa macedone lo ha consacrato come il miglior calciatore della storia del calcio della Macedonia. Ieri sera, la sera del 12 novembre 2020, tra le lacrime, Pandev ha conquistato, qualora ci fossero ancora dubbi, l’olimpo del calcio mondiale e non solo macedone. La conquista del primo Europeo è un traguardo unico, inimitabile. Un traguardo per campioni intramontabili. Un traguardo per Goran Pandev, impresso nella storia come eroe di Madrid con l’Inter nel 2010, e ora Re di Macedonia.

 

 

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Published by
Luigi Matta