Superlega, un ‘terremoto’ epocale da 10 miliardi di euro

Era una tranquilla domenica primaverile, dove gli umori dei tifosi italiani erano tutti rivolti alla giornata di campionato. Volata scudetto tra gli animi dei supporter dell’Inter, corsa Champions nei pensieri dei milanisti, così come in quelli degli juventini. Poi la ‘bomba’, le indiscrezioni che possono essere il primo passo verso una svolta epocale del pallone, forse la più clamorosa degli ultimi 50 anni. I 12 principali club europei annunciano la nascita della Superlega. La Uefa e la Fifa, prima ancora che si esprimano i ‘dissidenti’, annunciano la guerra con azioni legali pronte ad imporre pesanti penali (50 miliardi, ndr) ed esclusioni senza diritto di replica.

Intorno alla mezzanotte arriva il tanto agognato comunicato dei club. Nasce la Superlega, può essere l’alba di una nuova era calcistica europea, comandata dai potenti nomi del calcio. Un progetto che guarda all’élite, con poco spazio alla ‘nazionalismo’ in senso stretto. Obiettivo: massimizzare. Tutto, ricavi, eventi, esposizione meditatica, sponsor. Le big del calcio europeo, e consequenzialmente mondiale, prendono coscienza del volume d’affari che può crearsi nell”unire gli sforzi’ e preparano qualcosa di mai visto. La sola partecipazione alla Superlega garantirà 350 milioni di euro, quasi il doppio di quanto si incassa vincendo la Champions League.

Il progetto va poi a toccare quei temi sensibili che, Fifa e Uefa con grave colpa, hanno procrastinato a lungo: gli aiuti per i danni inflitti dalla pandemia. 3,5 miliardi pronti da distribuire garantiti dal colosso JP Morgan che, in mattinata, ha confermato alla stampa britannica il suo pieno coinvolgimento nel progetto. Dopo i 3,5 miliardi ne arriveranno altri 3 come anticipo sui ricavi in attesa che il progetto si sviluppi. Come sottolineato dal giornalista de Il Sole 24 Ore Marco Bellinazzo, si passerà dagli attuali 3,2 miliardi di ricavi europei dell’attuale Champions League ed Europa League a 10 miliardi nel medio termine.

Sempre stando all’analisi della nota testata economica, si apprende di come sia stato decisivo l’ingresso nella Superlega dei club inglesi. La Premier League, infatti, con i suoi 3,6 miliardi di ricavi annui da diritti tv, era il campionato che più poteva tentennare davanti a questo salto nel vuoto. Alla fine sono ben 6 i club inglesi coinvolti, a riprova che più che un salto nel vuoto è un vero e proprio tuffo nell’oro. La Superlega si propone di superare il concetto di calcio o sport, ma punta ad una vera e propria sfida a tutte le attività di entertainment che, come denunciato più volte da Agnelli, hanno portato la cosiddetta ‘generazione Z’ lontano dallo sport inteso in maniera tradizione. I giovani si sono mossi in massa verso gli e-Sports, i videogiochi, i Battle Royal. Insomma, tutto ciò che riguarda le interazioni del vastissimo mondo social.

La Superlega va oltre la definizione di competitività sportiva e agonismo ma vuole creare un faro dell’intrattenimento globale. Un faro così luminoso da puntare alla dimensione dell’Nba e superare la Nfl che, come ricordato da Il Sole 24 Ore, fattura il doppio della Champions League pur avendo 1/10 dei suoi appassionati. Un progetto che è pronto a sconvolgere l’idea di calcio, di sport, di competitiva europea. Tanto pauroso quanto affascinante, tanto discusso quanto difficile da arrestare.