Tensione Pescara-Salernitana, aggredita la figlia del tecnico Grassadonia

Grassadonia

Photo: Raffaele Rastelli

Questo non è calcio. Un evento che rovina la bellissima attesa che dovrebbe esserci normalmente prima di un match così importante. Domani ci sarà la sfida tra Pescara e Salernitana: gli ospiti con una vittoria accederebbero direttamente alla Serie A, mentre i padroni di casa sono già matematicamente retrocessi in Serie C. Nella serata di ieri, la figlia di Gianluca Grassadonia, attuale allenatore del Pescara, è stata aggredita sotto casa da alcuni pseudo tifosi della squadra campana con spinte e calci.

I comunicati delle due squadre

Un atto intimidatorio, che è subito stato fermamente condannato dalla Salernitana, la quale si è schierata al fianco dell’allenatore e della sua famiglia attraverso una lunga nota pubblicata sul sito ufficiale della società. “L’U.S. Salernitana 1919 stigmatizza e condanna i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio, il signor Gianluca Grassadonia”, si legge nella prima parte del comunicato.

Poco dopo, attraverso un tweet, anche il Pescara ha voluto lasciare un messaggio riguardo questo spiacevole accaduto.

Lo sfogo della moglie del tecnico su Facebook: “La nostra vita sarà lontana da Salerno”

“Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile. Nostra figlia, appena diciottenne, è stata minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca…. Tutto questo per una partita di calcio. Ci auguriamo che questi criminali, ben lontani dall’essere tifosi, vengano identificati al più presto, anche perché questa è la prima volta in cui il bersaglio della violenza è stato un componente della nostra famiglia. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno mostrato solidarietà in queste ore così tristi e concitate, ma ci sembra chiaro, ora più che mai, che la nostra vita continuerà lontano da Salerno. Ci auguriamo che civiltà e rispetto possano divenire prerogativa di tutti”.