Tifo contro: la libertà di sottrarsi alla retorica

I tifosi del Liverpool

I tifosi del Liverpool

Se chiedete ad un tifoso della Roma, del sostegno unanime del tifo italiano, fa volentieri a meno. Perché il tifoso della Roma, come il tifoso di qualsiasi squadra, ha scelto la Roma e la tifa da sempre, ne condivide le gioie e i dolori, i successi e i capitomboli. Esattamente come il tifoso della Lazio, del Napoli, dell’Inter, del Milan, della Juventus… Quando gioca la Lazio, il tifoso della Roma si disinteressa, e in cuor suo gufa, minimizza gli altrui successi. Proprio come fa, invertendo i fattori, il tifoso della Lazio. Il tifo contro è una componente fondamentale del calcio, un completamento del tifo a favore. Il tifoso (secondo la Treccani, “Entusiasta, appassionato per un genere di sport, acceso sostenitore di una squadra sportiva o di un atleta”) che non gufa, semplicemente, non esiste.

E allora, le aperture dei quotidiani di oggi, la corsa al carro di Fonseca, lo spirito di unità nazionale a sostegno dell’unica italiana rimasta in corsa in Europa, suona come un melenso incrocio di retorica e politically correct. A cui, da tifosi – e sfido a trovare un opinionista, un giornalista, o un qualsiasi personaggio pubblico realmente super partes – è davvero difficile accodarsi. Onore alla Roma, che ha fatto oggettivamente un’impresa battendo una squadra più forte di lei, come emerso ampiamente nella doppia sfida. E onore ai suoi tifosi che, state pur certi, sono ben felici di continuare a tifare e sostenere la propria squadra anche senza tutta Italia al loro fianco.

Esattamente come accadde un anno fa per l’Inter: chissà quanti tifosi di Milan e Juventus hanno sinceramente sperato nella vittoria dei nerazzurri dell’Europa League. Provo a fare una stima: pochi. Ed è giusto così, al di là dei pistolotti sulla sportività. Che nulla ha a che fare con l’ipocrisia di un movimento diviso e divisivo come non mai, ma che ha sempre bisogno di attaccarsi a qualcosa per sentirsi, almeno un po’, vincente. Oggi, non siamo tutti romanisti, come non lo eravamo ieri e non lo saremo domani. Siamo, eravamo e saremo laziali, juventini, interisti, milanisti, fiorentini, napoletani. E no, non siamo tutti felici ed orgogliosi per i successi europei della Roma. A cui, comunque, facciamo il nostro in bocca al lupo per la semifinale contro il Manchester United, proprio “quel” Manchester United …