Verso il Derby, Pioli-Conte: dalla Serie B alla lotta scudetto

Pioli Conte

(Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Per aspera ad astra, dicevano una volta. Da Grosseto-Bari a Milan-Inter, diciamo noi oggi. Entrambi questi modi di dire simboleggiano un cammino, come quello che Pioli e Conte hanno compiuto per arrivare fino ai vertici della classifica. Due modi di vedere il calcio differenti, due pianeti opposti che si congiungono per l’obiettivo comune: lo Scudetto.

Un po’ come Giove e Saturno, che non sono mai stati così vicini da quattro secoli. Il primo è paragonabile a Conte: è il pianeta più grande, perchè è quello che ha vinto di più tra i due. Il secondo, invece, si addice di più a Pioli: i suoi venti, cioè i giocatori, possono raggiungere alte velocità e poi ha un sistema di anelli che lo proteggono, cioè i tifosi.

La prima sfida in panchina risale all’8 marzo 2008: il Grosseto si porta avanti con una doppietta di Lazzari, ma il Bari riesce a rimontare grazie a due gol di Cavalli. Pioli passerà al Piacenza e Conte sarà il condottiero che porterà il Bari in Serie A dopo otto anni. All’andata vince Conte per 1 a 0, il ritorno invece finisce in pareggio: 2 a 2.

Per le prime sfide con le squadre in A bisognerà aspettare il 2011. Coppa Italia, Juventus-Bologna: i bianconeri si impongono per 2 a 1 grazie alle reti di Giaccherini e Marchisio. A marzo i due allenatori si affrontano ancora, per la prima volta in Serie A: questa volta finisce in parità.

Nella stagione 2012-2013 in Emilia, questa volta senza Conte perché squalificato, i bianconeri vincono allo Stadium per 2-1 con i gol di Qugliarella e Pogba. Al ritorno c’è Conte in panchina e la Juventus vince 0-2 a Bologna con i gol di Vucinic e Marchisio. Al Dall’Ara, poi, una stagione più tardi, la Juventus batte ancora il Bologna: a segno Vidal e Chiellini. Non ci sarà una seconda partita perché nel gennaio 2014 Pioli viene esonerato, benché il Bologna fosse aritmeticamente salvo.

Un decennio più avanti i due allenatori si scontreranno di nuovo, questa volta, però, siedono sulla panchina di Milan e Inter. L’atmosfera è diversa, i giocatori sono differenti e, per certi versi, anche loro sono cambiati. Una diversità che si annulla quando l’obiettivo è il medesimo: lo Scudetto.