Vrsaljko ed il tunnel infinito del coronavirus

Il coronavirus, si sa, ha letteralmente condizionato la vita di tutte le persone del pianeta.

Un giocatore in particolare, però, si è ritrovato ad affrontare una situazione, di certo non unica, ma piuttosto inusuale: una positività al coronavirus dopo 3 mesi di isolamento domiciliare e con test positivo riscontrato solo dopo ben 15 tamponi negativi.

Vrsaljko, esterno dell’Atletico Madrid e conosciuto in Italia per aver vestito le maglie di Genoa, Sassuolo, e soprattutto Inter, ha parlato al quotidiano sportivo croato Sportske Novosti della sua storia e di come il virus ha compromesso gli ultimi mesi della sua vita e della sua carriera:

È stato stressante perché sono stato isolato per tre mesi, hanno fatto i test quindici volte e sono risultati sempre negativi. Per questo per me è stato strano essere diventato positivo dopo tutto questo. La cosa più importante per me, però, era non mettere in pericolo nessuno e non avere sintomi che mettessero in pericolo la mia salute. Mi sono allenato a casa, sono stato in quarantena. Non voglio dire che il virus non sia pericoloso e che non sia necessario proteggersi da esso, ma per dovere di cronaca devo dire che dopo tre giorni solamente ero già negativo. Poi ho dovuto fare altri due test negativi in ​​72 ore.”

Sul suo rientro in campo ha dichiarato:

“Voglio tornare in campo il prima possibile, data la mia situazione, sono molto motivato a tornare e mostrare quello che so fare. Quando sto bene so cosa posso dare alla squadra. Simeone? Io e lui abbiamo un rapporto strettamente professionale ed è il rapporto più sano. Simeone è un allenatore che trae il massimo da ogni giocatore, quindi vuole che la squadra stia fisicamente bene e giochi sempre al massimo. Questo crea grande competitività nel gruppo e rende il tecnico un grandissimo. Simeone è un uomo insaziabile e che ha un grande amore per il calcio. Si vede in ogni allenamento, di partita in partita. Lo rende speciale e uno dei migliori allenatori del mondo.”