Fiuto per il gol e per lo scherno, l’ammonizione di Wamangituka

OneFootball - (Photo by Oliver Hardt/Getty Images)

Il recente turno di Bundesliga, verosimilmente, ha offerto un episodio abbastanza singolare. Il match in questione, è quello tra Werder Brema e Stoccarda. Per onor di cronaca, innanzitutto, occorre specificare che gli svevi hanno vinto per 2-1, in casa dei biancoverdi di Brema. Ciò che, sicuramente, ha fatto discutere nel corso del match, riguarda il secondo gol segnato dallo Stoccarda, più precisamente da Silas Wamangituka che, avendo segnato anche la rete dell’1-0 su calcio di rigore, ha realizzato una doppietta. Infatti, il classe ’99 congolese, trovatosi a porta sguarnita dopo un’ingenuità della difesa, ha temporeggiato prima di spingere il pallone in rete, deridendo di fatto gli avversari. Oltre ad aver creato tensione negli opponenti, la “trovata” sul gol di Wamangituka, non è piaciuta neppure al direttore di gara Frank Willenborg. Infatti, l’arbitroha prontamente mostrato il cartellino giallo all’attaccante, in virtù di una condotta antisportiva.

Nel finale, ovviamente, si è scatenata una baruffa. Motivo per cui, il tecnico dello Stoccarda Matarazzo, ha celermente sostituito lo scorer congolese, onde evitare che la situazione degenerasse negli ultimi minuti di gioco. Lo stesso tecnico, nel post partita, ha “assolto” il gesto del suo atleta, commettendo, probabilmente, un errore ancor più grande di quello del calciatore: “Chiunque conosca Silas Wamangituka sa che è un ragazzo molto timido. Quando ho visto il gol, ho pensato che volesse giocare un po’ e me l’ha confermato a fine partita. Ma posso anche capire la frustrazione del Werder”.

La prima regola dello sport

Appare evidente come, l’allenatore dello Stoccarda, abbia voluto sottrarre il suo giocatore ad una gogna mediatica che, in ogni caso, si è abbattuta su Wamangituka. Non è da escludere che, in separata sede, lo stesso Pellegrino Matarazzo, abbia redarguito il proprio attaccante. Dopo tutto, neanche a dirlo, è inutile faticare tutta la settimana, fare sacrifici, dedicare la propria vita ad un sogno, ad una passione. È inutile applicarsi con abnegazione se poi, malauguratamente, non si osserva la più antica norma dello sport: il rispetto per l’avversario.