West Ham, Ogbonna rivela: “Il mio sogno è convincere Mancini”

West Ham Ogbonna

(Photo by Tony Marshall/Getty Images)

Angelo Ogbonna, difensore italiano del West Ham, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole.

West Ham, le parole di Ogbonna

West Ham Ogbonna
(Photo by Ryan Pierse/Getty Images)

FORMA RITROVATA – «Mi sento ogni giorno più forte, anche se la mia riabilitazione non finisce mai. Non pianifichiamo, analizziamo e cerchiamo di trovare la cosa migliore per la mia condizione».

BRIVIDO DEL RIENTRO – «Sapevo dal giorno prima che avrei giocato, ma l’emozione più grande è stato scoprire che avrei indossato la fascia di capitano: è stato emozionante perché tutti non vedevano l’ora che tornassi. È stato un lungo viaggio, anche se ora che è finito sembra passato velocemente. È stata dura». 

SCAMACCA – «Gianluca è un ragazzo molto interessante. Ha qualità da vendere, me l’hanno detto anche Zanetti e Stellone, suoi allenatori che sono stati miei compagni. Penso che la Premier possa essere una rampa di lancio per lui: è un campionato competitivo, è importante che mostri le sue qualità fisiche e tecniche». 

PREMIER LEAGUE – «Il gioco. Qui la competizione è sempre alta. Non ho mai visto una partita semplice, né in campionato né nelle coppe nazionali: sono scenari che ti rimangono dentro, e alla fine fanno la differenza». 

AVVERSARI INDIMENTICABILI – «Ce ne sono tantissimi. Voglio citare Jorginho: molti lo criticano pensando che non sia all’altezza, penso invece che abbia avuto la forza e la testa per imporsi. E poi De Bruyne e Aguero. E ora Koulibaly. Poi Van Dijk e Kane. È un campionato incredibile». 

INIZIO DIFFICILE – «Veniamo da due anni in cui abbiamo spinto tanto, spendendo tante energie. La squadra è sempre stata corta, gli infortuni ci hanno penalizzato. Anche adesso: il club ha speso molto per Aguerd, il nuovo difensore, che si è fatto male subito. I nuovi come Gianluca sono arrivati a metà-fine preparazione, pure questo conta. Tutto considerato non penso che la nostra situazione sia così negativa come sembra». 

NAZIONALE – «Ci ho sempre pensato. Chi non ci pensa è perché non è attaccato al calcio. Il calcio è fatto di passione, gioia ed emozioni: abbiamo iniziato perché il nostro sogno era giocare ad alti livelli, di vestire la maglia della Nazionale. Lo sarà fino all’ultimo».