Zaniolo: “Amo Roma, giocherò all’Europeo. Secondo infortunio peggiore del primo”

Nicolò Zaniolo, Intervista

(Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

Torna a parlare il talento classe 1999 della Roma Nicolò Zaniolo. Il trequartista, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha toccato diversi temi, ricostruendo il percorso di questi suoi primi anni di carriera. Zaniolo, nel corso dell’intervista, parte dalla crescita nelle giovanili dell’Inter, fino all’approdo a Roma che lo ha fatto maturare ed esplodere calcisticamente. Impossibile non menzionare il doppio crack al ginocchio che, malauguratamente, ne ha ostacolato la crescita. Il giocatore, inoltre, parlando dei tempi di recupero, ha assicurato che riuscirà a recuperare dall’infortunio entro gli Europei. Una buona notizia per la Nazionale di Roberto Mancini.

Zaniolo inizia l’intervista parlando delle sue “prime volte”, dalla Serie A alla Nazionale

“Il vero esordio è essere arrivato alla Roma. Il giorno in cui sono entrato a Trigoria è stato meraviglioso, perché vedere tutti questi campioni: De Rossi, Kolarov, Dzeko, Pastore. Per me, che giocavo in Primavera l’anno prima, è stata un’emozione incredibile. Poi è arrivato il gran giorno, mai me lo sarei aspettato: l’esordio al Bernabeu in Champions. Di Francesco alle 11 di mattina fece la riunione, mi fermò e mi disse: “Sei pronto stasera per giocare?” E io ho detto: “Sì”. Però era un sì incosciente. Dopo averlo detto ho cominciato a tremare. Sono salito in camera e fino alle 19.45, orario di partenza del pullman, non ho dormito per niente, non mi sono riposato. Ero teso, non ho neanche chiamato i miei, ero pietrificato. Giocare con il Real Madrid al Bernabeu come esordio tra i professionisti era una bella responsabilità. Ma devo ringraziare i miei compagni che mi hanno fatto subito sentire a mio agio. Quando sono entrato in campo per me esisteva solo il Bernabeu, la partita. Non pensavo e non sentivo nulla all’esterno, fuori dal rettangolo di gioco. Alla fine è andata bene.

Il primo infortunio

“Il primo incidente è stato del tutto inaspettato. Vedevo gli altri giocatori che si rompevano il ginocchio ma non mi sarei mai aspettato che succedesse a me. Quando è successo è stata una mazzata incredibile. Appena ho appoggiato il piede in terra è come se avessi già capito che mi ero rotto. È stato un dolore terribile. Anche ora, a pensarci, mi vengono i brividi. Mi è crollato il mondo addosso, tutto in una volta. Stavo facendo bene, era una grandissima annata, mi sentivo in forma. Una mazzata dura, un colpo da k.o.. Ma poi mi sono reso conto che gli infortuni, nel lavoro che facciamo, bisogna metterli in preventivo. Ho cercato le energie dentro di me, mi sono tirato su le maniche, ho lavorato duro e sono tornato in campo”.

Momenti di crollo psicologico dopo il secondo infortunio al ginocchio

“È stato peggio il secondo incidente. Quando è successo è scesa la notte. Ero rientrato contro il Napoli dal primo infortunio e mi sentivo bene, ho fatto anche due gol. Mancini mi schiera per la prima volta come titolare in Nazionale, contro l’Olanda. A un certo punto sento lo stesso dolore, con lo stesso movimento interno nell’altro ginocchio e tutto precipita. Non nascondo che per una settimana sono stato nel letto a piangere, senza parlare, a mangiare poco. Quel crack è stato una batosta incredibile e anche per questo ho scelto di cambiare chirurgo. Mariani aveva fatto un lavoro perfetto, il ginocchio destro infatti ora sta benissimo ma ora volevo introdurre un elemento di novità, per non ripiombare in qualcosa che mi sembrava di aver già vissuto, di conoscere.

Nel corso dell’intervista, Zaniolo parla della sua crescita all’Inter

“L’Inter penso abbia sempre bisogno di giocatori già pronti, già formati e io magari in quel momento non lo ero. Sono state scelte loro, li ringrazio perché poi, cedendomi alla Roma, mi hanno fatto arrivare in una città splendida come questa e in una società solida. Giocare qui è bellissimo, per i tifosi, per la città. Sono felicissimo di essere in giallorosso”. 

Quando è previsto il rientro

“Non ho fretta, sto lavorando bene. Ogni giorno vengo a Trigoria, dopo l’ultima visita a Innsbruck ora si aumenterà il carico e quando la gamba destra e la sinistra avranno la stessa forza e la mia testa sarà pronta, con calma rientrerò. Ho una carriera davanti, non bisogna forzare, farsi prendere dalla voglia di giocare 2-3 partite. È in ballo la carriera, il futuro. Più o meno tornerò ad aprile. Al massimo. In tempo per gli Europei”.

Roma presente o futuro? Si può lottare per lo scudetto?

“A Roma sto benissimo, sono in una grande squadra, in una società importante. Sto benissimo, sono amato dai tifosi e io amo loro, la società mi sostiene e non penso a cambiare aria. Non ci sarebbe motivo. Siamo partiti benissimo, la squadra c’è, siamo forti, non ci manca niente. Ora, partita dopo partita, guardiamo come andrà. Il percorso del campionato è lungo, ci possono essere degli episodi, non si sa mai. Però noi ce la metteremo tutta, per fare il massimo”.

Rapporto con Fonseca

“È deciso, molto bravo, preparato, sta facendo bene. Ed è una persona molto leale, ti dice le cose in faccia. Che siano positive o negative e questo l’apprezzo molto. Lui e il suo staff sono molto capaci e ogni partita è preparata bene. Penso sia un grande allenatore”.

Nel corso dell’intervista, Zaniolo parla del primo gol al Sassuolo e la prima doppietta in Champions

“È stata un’azione che ricordo ancora (Roma-Sassuolo, ndr): ho fatto una cavalcata sulla fascia, sono rientrato, ho visto che con la finta i due avversari erano caduti e l’unico modo per far passare la palla era provare il cucchiaio perché erano a terra, uno mi copriva il primo palo, l’altro mi copriva il portiere. E cucchiaio fu. Roma-Porto, la mia prima doppietta in Champions. Emozione indescrivibile: segnare con lo stadio pieno che urla il tuo nome. Non ho dormito per due o tre giorni, ero sempre euforico, non mi rendevo conto di quello che avevo fatto”.

Zaniolo come Totti? Torna dopo l’infortunio e vince con la Nazionale?

“Francesco è una leggenda, solo a vederlo ti vengono i brividi per quello che ha fatto, per ciò che ha dato. Totti a Roma, ma anche in Italia e nel mondo, è un campione assoluto. Anche come persona è speciale. Dopo gli infortuni mi è stato vicino. Mi ha detto di stare tranquillo perché tutti aspettano il mio ritorno. Però mi ha suggerito di farlo con calma, perché nessuno mi corre dietro”.