Zirkzee-Milan, l’olandese apre ai rossoneri?: “San Siro stadio magico”. E spunta il retroscena su Leao

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Zirkzee-Milan, il belga apre ai rossoneri?: "San Siro stadio magico". E spunta il retroscena su Leao (Photo by GABRIEL BOUYS/AFP via Getty Images) calcioinpillole.com

Zirkzee-Milan – Intervistato da Sportweek, l’attaccante del Bologna ha fatto sognare i tifosi rossoneri. Le sue dichiarazioni e il retroscena su Leao.

Zirkzee-Milan, le dichiarazioni dell’attaccante del Bologna a Sportweek

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Milan, in estate si punta Zirkzee: la strategia dei rossoneri – (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images) – www.calcioinpillole.com

“A Bologna mi trovo molto bene. Vivo in un posto tranquillo dove le persone sono rispettose. Ogni tanto i bambini dei vicini vengono a bussarmi alla porta, che comunque fa ridere, ma a parte questo mi lasciano sereno, riesco a portar fuori il mio cane, un bracco di Weimar, senza essere disturbato. Mi è sempre piaciuto vivere in posti tranquilli, mi basta che ci sia un buon wi-fi per la mia Play. Bologna l’ho vista quasi tutta, comunque, anche se in centro devo camminare con il cappuccio per colpa dei miei capelli…è dura passare inosservato. I bolognesi sono comunque molto rispettosi. I tifosi? Li adoro, sono il motivo per cui giochiamo. Le persone e la città di Bologna si meritano almeno il nostro 100%, che è quello che loro danno a noi ogni settimana. I bolognesi mi fanno sentire a casa. La mia creatività nasce in strada dove giocavo con gli amici, in Olanda è un valore. Sono sempre stato circondato da ragazzi più grandi di me e molti avevano il potenziale per fare i calciatori. Nella mia testa non c’era un piano B oltre il calcio. In Olanda ci sono campetti ovunque, in tutti i quartieri ci sono zone dedicate al gioco. Io all’Europeo con l’Olanda? Tutti vogliono ricalcare le orme di Van Basten e mentirei se dicessi che non sogno andarci. Se non ci sarò da giocatore ci sarò da tifoso. Devo ringraziare i miei genitori, che ho fatto dannare. Volevo giocare a calcio e non è stato facile portarmi agli allenamenti. Mi portava mia mamma mentre mio padre lavorava, poi mi veniva a prendere da scuola e contemporaneamente si prendeva cura della casa. I miei compagni? Sono sempre andato d’accordo con loro, anche se a volte ero un po’ testardo e irascibile. Mi capitava di segnare un bel gol ma non esultavo perché ero un po’ montato. Vedevo Ibra e lo imitavo nelle esultanze. La mia esultanza? Nasce da Django Unchained. Giocare così bene a San Siro è stato bello, per noi quest’anno è stato un posto magico dato che non abbiamo mai perso e anche vinto. È uno stadio fantastico, c’ero stato in tour con la mia famiglia. È il primo stadio dove sono entrato e ho subito “percepito” il calcio. Da tifoso, assieme all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, è se- condo me lo stadio più bello d’Europa. Ha un’aura diversa dagli altri. Giocare in uno stadio del genere, contro un top team, è il massimo per un giocatore: che altre motivazioni ti servono? Quando ci ho giocato io, il bambino dentro di me si è gasato. Tutti i miei eroi, a un certo punto della loro carriera, ci hanno giocato. Il Joshua bambino ha pensato: “Wow, sono a San Siro“. De Ketelaere lo conosco bene, giocava al Bruges quando io ero all’Anderlecht. È il giocatore che mi diverte di più in Serie A, mi piace il suo stile. Leao anche, ovviamente. Lo conoscono tutti”.