1 Football Club, gli interventi di Akatugba, Giuffredi e Barbaro

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Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi e a cambiare. Sempre nella direzione che amiamo: quella del racconto calcistico. Cerchiamo sempre di tenervi aggiornati su quelli che sono i temi del mondo del calcio, dalle news agli approfondimenti, passando per le parole dei diretti protagonisti, per finire alla nostra presenza negli stadi per raccontarvi gli eventi live. Per i nostri lettori, la diretta testuale di 1 Football Club, il programma condotto su 1 Station Radio da Luca Cerchione in onda in tutta la Campania ed in streaming sul web. Sul nostro sito, tutti i giorni, dalle 12.00 alle 13.00, troverete le dichiarazioni dei numerosi ed importanti ospiti del programma radiofonico. Ecco quelli di oggi: Oma Akatugba, direttore di omasports.com e amico di Victor Osimhen, Mario Giuffredi, agente, tra i tanti, di Matteo Politano e Giovanni Di Lorenzo e Claudio Barbaro, senatore della Repubblica e tifoso della Roma.


OMA AKATUGBA

Seconda stagione in Italia per Osimhen. Un commento sulla sua crescita

Victor si è ambientato molto bene in Italia e nel campionato di Serie A. Sta riuscendo a gestirsi molto meglio sul piano dello spirito e dell’intensità. Si trova molto più a suo agio nell’ambiente, è più bravo a gestirsi con i cartellini e si trova molto bene a Napoli, che è una piazza diversa rispetto ad altre. E’ cresciuto molto e lo dimostrano i 14 gol segnati in campionato. E’ riuscito a lavorare meglio, dopo i tanti infortuni e il Covid-19. Sta facendo bene e spero resti a Napoli e continui a crescere”.

Si è fatto notare per svariati gol di testa quest’anno. Credi sia una sua grande abilità?

“Non credo sia la sua abilità migliore ma è una grande capacità che ha, per lo stacco aereo talvolta ricorda Cristiano Ronaldo. Lui è fortissimo nell’attaccare la profondità e dare la possibilità ai compagni di salire ed entrare in area di rigore”.

Cosa ne pensi delle voci di mercato? Specialmente quelle dalla Premier League

“Molto francamente, qualcosa può accadere. In Inghilterra i rumors non nascono mai dal nulla ma, al momento, non c’è ancora nulla di concreto. Io credo e spero che resti al Napoli, lo stesso club è soddisfatto di lui. Quest’anno ha segnato 14 gol e le sue prestazioni continuano a migliorare ma, lo sappiamo, questo è il calcio e può succedere di tutto”.

In Italia è stato pubblicato il suo contratto, in cui, si evinceva che il Napoli controllasse i suoi social. Secondo te è vero? Eventualmente credi sia una mancanza di privacy?

“Sarebbe una mancanza di rispetto. Credo siano invenzioni giornalistiche, anche perché vedete quello che pubblica Victor sui propri social… Qualora fosse vero sarebbe una gravissima mancanza di privacy per il giocatore. Per questo trovo impossibile che il Napoli controlli i suoi social”.


MARIO GIUFFREDI

I tuoi giocatori, probabilmente, più preziosi sono Politano e Di Lorenzo. Il Napoli non considera nessuno ‘incedibile’. Voi vi state guardando attorno o aspettare il mercato?

“Noi aspettiamo il mercato. Politano e Di Lorenzo sono due giocatori nel giro della Nazionale. Qualora arrivassero delle proposte le ascolteremmo ma non abbiamo bisogno di andare noi a proporli. E’ prematuro parlarne. I campionati sono appena terminati ed è ancora presto per discutere di mercato”.

Al Napoli è arrivato Olivera. Come ha vissuto Mario Rui il suo arrivo? E’ contento o rischia il posto?

“Voi a Napoli a volte mi fate ridere perché estremizzate tutto. Ma parlo in generale. E’ arrivato un terzino e ora subito date per scontato che gli tolga il posto. Io vi ricordo che Mario Rui è il titolare e gioca a Napoli da cinque anni, ha fatto una stagione strepitosa. E’ arrivato un terzino dal Getafe, non dal Real Madrid. Ieri leggevo un pezzo dove si facevano gli stessi ragionamenti. Poi il Napoli non vince lo scudetto e vi chiedete come mai. Siete troppo distruttivi. E’ giusto che ci sia concorrenza, un giocatore non può fare 50 partite ma non esasperate perché, chi arriva a Napoli, deve prima dimostrare”.

Tra i tuoi giocatori c’è Parisi. Ti piacerebbe vedere la ‘tua’ coppia Rui-Parisi al Napoli?

“Ormai è una coppia che non può crearsi perché è arrivato Olivera e, se arrivasse anche Parisi, dovrebbe andare via Mario Rui e lui resta a Napoli”.

Un altro giocatore che ha fatto un’ottima stagione è Casale. E’ pronto per una big come anche il Napoli?

Casale sa che se vuole diventare un grande giocatore non deve avere paura di affrontare le grandi sfide, neppur di un ipotetico grande club come il Napoli. Vediamo cosa succederà in futuro, lui è un grande professionista”.

Napoli a caccia di un portiere. Sepe può essere la soluzione?

No. Sepe resta alla Salernitana e cercherà di togliersi le sue soddisfazioni in una piazza che non ha nulla da invidiare a nessuno, neppure al Napoli”.

Sulla stagione di Hysaj e il futuro

Tra alti e bassi. E’ partito benissimo poi, verso la fine, ha avuto qualche problema ma ci sta. Sta benissimo alla Lazio e rimarrà lì. La volontà di Sarri è stata importante ma, la cosa ancora più importante, è che lui è un ottimo giocatore e si trova bene”.

I tuoi giocatori sono sempre veri professionisti, parlano poco e lavorano tanto

“Noi cerchiamo sempre di scegliere sia il giocatore che l’uomo. Cerchiamo persone che la vedano come noi e, fin da subito, mettiamo in chiaro quello che vogliamo: ‘patti chiari e amicizia lunga’ così evitiamo divergenze come accaduto con Veretout. Ieri ha vinto la Conference? Gli faccio i miei complimenti, così come ai miei cari amici Mourinho e Tiago Pinto”.


CLAUDIO BARBARO

Direi che sei contento dopo la vittoria di ieri

“Sono contento, troppo contento. Non vincevamo un trofeo da 14 anni. Da non-mourinhano devo dire che mi sono ‘convertito’ perché poi ho vissuto delle emozioni incredibili”.

Si sminuisce il valore del successo perchè è la ‘terza coppa europea’…

“Non ce ne può fregare di meno, chi è tifoso lo può capire. Vincere è bellissimo”.

Come hai visto le lacrime di Mourinho?

“A me sembra un grande ‘paravento’…. Su queste emozioni è difficile giudicare. Io non ho pianto ma ho vissuto dei momenti che non si possono descrivere. Mourinho faccia quello che vuole, mi ha fatto vincere un trofeo e questo conta”.

A Roma è tornata una forte passione dei tifosi. Quello che si vede sempre meno a Napoli…

“Non so come sia accaduto. Il patrimonio che ha Napoli, come Roma, non ce l’ha praticamente nessuno. Mi permetto di dirlo: Napoli e Roma sono le due città più belle d’Italia. Stanno lavorando bene ma devono ricordarsi che i tifosi sono un patrimonio e non dei clienti. La Roma, con la sua politica di prezzi, ha fatto un ottimo lavoro e ha riavvicinato il proprio pubblico alla squadra”.

La proprietà della Roma ha parlato poco e lavorato bene in questa prima stagione. A Napoli tanti interventi pubblici di De Laurentiis hanno fatto danni. Come giudichi questo tipo di approccio di alcuni presidenti?

Le giudico in linea con quelli che sono anche i comportamenti dei presidenti mecenati che ormai abbiamo solo in Italia. La figura del padre-padrone in Europa non esiste più. Deve cambiare il linguaggio e il modo di vedere i tifosi. Figure come Lotito e ADL destinate a sparire? Assolutamente sì se vogliono cambiare il calcio. Da questo punto di vista, anche la Lega Calcio e la Lega Pro, devono cambiare modo di pensare e fare calcio. Non esistono quadri legislativi che possano cambiare le cose ma esistono tante camere di compensazione che possono agire come il CONI per esempio”.

In Europa capita anche che decidano proprio i giocatori come Mbappé…

“Qua entriamo in un contesto ben più ampio, lì dovrebbe intervenire la UEFA per adeguate correzioni…”

L’ultima giornata di campionato ci ha fatto vedere scene brutte come in Spezia-Napoli o Sassuolo-Milan dove tifosi picchiavano altri tifosi della stessa squadra. Quando abbatteremo questa controcultura?

L’hai chiamata bene: controcultura. Io cito sempre un episodio, perché ero nella Giunta del CONI in quel periodo, ed è Calciopoli. Quando ci siamo trovati a dover decidere abbiamo visto persone che, nonostante lo scandalo che era esploso, andavano in giro a supportare la propria squadra come se non fosse accaduto nulla. Purtroppo il calcio non è l”isola felice’ che si pensa. Io amo il calcio e sono orgoglioso di aver lavorato nel calcio ma, a volte, mi sono anche vergognato. Nel calcio ci sono tanti sub-interessi che imporrebbero delle riflessioni: dobbiamo lavorarci veramente ma purtroppo si continua ancora a fare troppo poco”.