1 Football Club, gli interventi di Tarallo, Mazzocchi e Lo Monaco

1 Football Club

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Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi e a cambiare. Sempre nella direzione che amiamo: quella del racconto calcistico. Cerchiamo sempre di tenervi aggiornati su quelli che sono i temi del mondo del calcio, dalle news agli approfondimenti, passando per le parole dei diretti protagonisti, per finire alla nostra presenza negli stadi per raccontarvi gli eventi live. Per i nostri lettori, la diretta testuale di 1 Football Club, il programma condotto su 1 Station Radio da Luca Cerchione in onda in tutta la Campania ed in streaming sul web. Sul nostro sito, tutti i giorni, dalle 12.00 alle 13.00, troverete le dichiarazioni dei numerosi ed importanti ospiti del programma radiofonico.


CARLO TARALLO

Un commento sulla stagione del Napoli. Si poteva fare di più?

“Si poteva fare quello che era nelle nostra possibilità, cioè giocarcela fino alla fine. Magari non avremmo vinto comunque, ma abbiamo alzato bandiera bianca, a Empoli particolarmente, in modo clamoroso. E’ stata probabilmente una delle pagine più nere della storia del Napoli recente. Poi è cominciata una serie di dichiarazioni che hanno fatto male alla squadra. Vedo un po’ di calo a livello emotivo nei confronti del Napoli”.

Il Napoli ha problemi dal punto di vista della comunicazione

Onestamente, la comunicazione a Napoli semplicemente non esiste. In sostanza parliamo di tweet, poi rivisti, affidati al presidente De Laurentiis. E’ una sottovalutazione dell’importanza della comunicazione ed è strano considerando che De Laurentiis lavorava nel cinema.. A volte sembra che sia fatto apposta, che piaccia suscitare certe reazioni. Ovviamente non ho le prove ma, dopo 18 anni, qualcosa inizi a chiederti”.

Qualche giornalista però sembra farselo andare bene…

“Così mi provochi (ride, ndr). Noi abbiamo visto degli insulti, da parte del vicepresidente ai danni di un giornalista in occasione della presentazione del ritiro di Dimaro. Io avrei voluto vedere una reazione importante da parte della categoria, com’è accaduto più volte con il governatore De Luca dove si sono visti comunicati importanti da parte dell’Ordine dei Giornalisti. In quell’occasione ho visto risatine, una sorta di prostrazione. Motivi? Non saprei, probabilmente per avere l’accredito e ricevere qualche bottiglia buona a Natale con la maglietta per il bambino. Altre volte è semplice sudditanza: parliamo di sfaccendati che sono lì per 200€ al mese a seguire una conferenza senza un vero inquadramento e, nessuno di loro, avrebbe mai la personalità per alzarsi in piedi e dire: ‘Ma lei come si permette?!”

Il Napoli ha preso Olivera. Che sensazioni hai in vista della prossima stagione?

“Io prima voglio capire bene cosa accadrà sul fronte cessioni. Koulibaly si trova davanti ad una scelta importante: stavolta, per restare, dovrà rinunciare davvero a tanti soldi. Mi aspetto che vada via? Onestamente sì. Probabilmente sarebbe più semplice rinnovarlo a stagione in corso. E’ impensabile iniziare la stagione con lo stesso scenario vissuto con Insigne quest’anno. Per l’anno prossimo dico che, in caso di conferma di Ospina, Osimhen ecc potremo vivere una stagione come quella attuale perché non credo il Napoli punterà allo scudetto”.

Spalletti resta?

“Sì, per mancanza di prove (ride, ndr)”.


PASQUALE MAZZOCCHI

Finale incredibile con la Salernitana. Una salvezza storica

“E’ passato ancora troppo poco tempo per realizzare quanto accaduto. Quando si fanno certe scelte bisogna essere determinati, ed è quello che sono stato quando sono venuto qui a Salerno”.

Sei un uomo di grande fede. Quanto ti ha aiutato?

“La mia fede mi ha aiutato tanto ma, sicuramente, deve essere sempre accompagnata dal duro lavoro e la costanza in allenamento. Anche questa è la fede”.

Quanto è stato importante il tecnico Davide Nicola?

Ripeto quando detto prima: quando fai certe scelte, devi essere consapevole di cosa vuoi e puoi dare alla squadra. Nicola è stato straordinario, ha lavorato molto sulla nostra testa. Ci ha fatto lavorare con serenità senza vicoli stretti e piano piano ci siamo resi conto che stavamo per realizzare un sogno”.

Cosa è accaduto nell’ultima partita con l’Udinese?

Abbiamo speso davvero tanto mentalmente. Abbiamo giocato 7 partite in 21 giorni sapendo che non potevamo risparmiarci. Quando ti ritrovi poi a giocare queste partite e prendi gol, poi ne prendi un altro, inizia a diventare difficile. Loro liberi mentalmente? Assolutamente, quando giochi sereno sei totalmente un altro giocatore”.

Hai sempre raggiunto i tuoi obiettivi. Ricordiamo Rimini, Parma, Venezia. Cosa non ha funzionato al Venezia? Specialmente considerando il loro finale…

“Io a Venezia mi sono trovato davvero molto bene. Lì ho trovato un gruppo fantastico, ho un ottimo rapporto ancora oggi con i tifosi. Probabilmente, la società, non apprezzava le mie prestazioni e ha fatto delle scelte, poi io ho fatto le mie. Ho accettato questa sfida difficile e non ho avuto paura di farlo”.

C’è stato qualcosa di decisivo per la scelta di Salerno?

“Sicuramente il direttore Sabatini. Dentro di lui sentiva qualcosa di positivo e mi ha detto: ‘Per venire e fare questo miracolo a Salerno ho bisogno di gente come te’. Quando senti una frase così da un dirigente così importante non ci pensi due volte”.

Un ascoltatore, atleta paraolimpico che ti conosce, ci scrive e si complimenta con te ricordando anche da dove sei partito, da quartieri difficili.

“Intanto lo saluto, caro amico. Eh noi lo sappiamo: questi quartieri, specialmente quando sei più giovane, possono portarti via. Io, infatti, voglio dire a tutti i ragazzi di quei quartieri di continuare a sognare, di non farsi fermare dai problemi e continuare a lavorare per quello che si vuole ottenere”.

Il vostro gruppo può ispirare tanti giocatori

Io ho anche detto al mio procuratore che, per questa storia della Salernitana, andrebbe scritto un libro. Ma non tanto per la Salernitana in sé, ma per aiutare tutti quei ragazzi che si sono trovati in questa situazione. Io stesso ho vissuto una situazione simile a Perugia ma non andò bene. Può darsi che, chi legge questo libro, trova ispirazione e ci crede anche quando la situazione sembra disperata”.

Conosci già il tuo futuro?

“In questo momento non mi sembra rispettoso parlarne. Io ad oggi sono un giocatore della Salernitana, poi vedremo. Se voglio restare? Certo, sto benissimo qui ma se ne discuterà più avanti. Io non ho grilli per la testa”.

C’è qualcuno a cui ti ispiri?

“Io ho preso tanto esempio da Di Lorenzo, più per il cammino perché siamo diversi tecnicamente. Poi, sinceramente, non ho particolari giocatori a cui ispirarmi. Cerco di migliorarmi continuamente”.

Sulla prima chiamata di Mancini

“E’ un sogno. Un sogno che sto cercando di trasformare in obiettivo perché continuerò a lavorare duro per migliorarmi”.


PIETRO LO MONACO

Ha vinto la squadra migliore?

“Sì, certamente quella che ha avuto più regolarità, che non si è persa d’animo. Non la più forte, ma la più regolare e costante”.

Chi era più forte del Milan?

Inter e Napoli certamente. L’Inter l’ha buttato via a Bologna. Per il Napoli è stato davvero un autentico peccato, perché chissà quando ricapita una stagione così. Ma faccio i complimenti al Milan, scudetto meritatissimo”.

Grande lavoro del suo collega Maldini

“Faccio grandi complimenti anche a Massara, grande conoscenza calcistica e lavoro impeccabile. Maldini è un grande uomo di calcio”.

Qual è stato il segreto del Milan?

“Si rifà tutto a quello che ho detto in tante circostanze: è l’abitudine a vincere. Quando tu hai una squadra di buoni giocatori e aggiungi calciatori abituati a vincere, questi trasmettono la mentalità agli altri. Mi soffermo su Ibrahimovic, ha giocato poco quest’anno ma è stato fondamentale. Io anni fa vidi il Milan quando era in ritiro a Dubai: vidi Gattuso e Ibrahimovic in allenamento ed era un ‘massacro’. Al Napoli probabilmente servivano questi giocatori, costano tanto talvolta è vero ma ti fanno vincere”.

Però è stato bravo Pioli a gestire un personaggio molto ingombrante come Ibrahimovic. Forse Spalletti avrebbe fatto più fatica

“Per Spalletti forse è un po’ più difficile (ride, ndr), fa parte del suo carattere ma non è che sia una colpa. Chi ha avuto Maradona che avrebbe dovuto fare? Quando hai un giocatore che ti trascina poi ti adegui perché sai che ti porta al successo”.

Sul rinnovo di Mbappé

Io penso che, il Psg, non debba essere d’esempio per nessuno. E’ un club troppo ‘fuori’ dal contesto generale, basti pensare agli investimenti che ha fatto: siamo sui 700 milioni e, oltre al campionato, non ha vinto granché. Parliamo di Liverpool, di Borussia Dortmund, di Bayern ecc ecc. Io ricordo anni fa che feci una discussione anche abbastanza accesa in Lega. Si parlava di politica ma io ho sempre detto che la politica deve rimanere fuori dal calcio. Quando si mischiano queste cose risulta difficile anche solo pensare di fare calcio perché distorce tutto il contesto. Lo ripeto e lo ribadisco: il Psg non deve essere un esempio, anzi lo deve essere in negativo”.

Su Mertens e il poco spazio in stagione

“E’ un giocatore meraviglioso. Quanti gol ha fatto quest’anno? 11? Rendetevi conto, e giocando a singhiozzo. Io credo che avrebbe dovuto giocare di più, specialmente considerando che ha bisogno di accelerazioni e di guizzi. E’ un giocatore che sa indirizzare le partite e, visto che sono sempre meno ormai, lo farei giocare sempre. Un peccato di leggerezza di Spalletti forse. Però ci tengo anche a dire che, come si dice dalle mie parti, “i problemi della pentola li conosce solo il cucchiaio che gira” quindi, Spalletti, avrà avuto sicuramente le sue buone motivazioni”.

Scene come quella di Spezia-Napoli fanno ricordare quel dramma vissuto anche da lei quando morì il commissario Raciti. Com’è possibile che accadano ancora certe cose nel 2022?

Evidentemente si è abbassata la guardia nei controlli. Come fanno a far entrare quelle cose allo stadio? Se le preparano il giorno prima? Hanno abbassato la guardia. Io ricordo, dopo quella tragedia di Raciti, che ci fu una grande mobilitazione con misure drastiche come anche il pre-filtraggio. Io ho visto scene assurde di ultras che schiaffeggiavano ragazzi che pacificamente entravano in campo a festeggiare. Gli ultras hanno una loro legge, quindi sostanzialmente abbiamo una Repubblica nella Repubblica. Non è possibile ancora nel 2022. Fatemi dire una cosa: ormai tutto è indirizzato dalla velocità d’informazione e dalle tante cose che ruotano attorno al calcio. Per certi versi, si approvano tacitamente queste cose. A volte un giornalista, per non inimicarsi curve o parti di tifoseria, parla in un determinato modo”.