1 Football Club, gli interventi di Mangia, Rizzon e Argurio

1 Football Club

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Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi e a cambiare. Sempre nella direzione che amiamo: quella del racconto calcistico. Cerchiamo sempre di tenervi aggiornati su quelli che sono i temi del mondo del calcio, dalle news agli approfondimenti, passando per le parole dei diretti protagonisti, per finire alla nostra presenza negli stadi per raccontarvi gli eventi live.

Per i nostri lettori, la diretta testuale di 1 Football Club, il programma condotto su 1 Station Radio da Luca Cerchione in onda in tutta la Campania ed in streaming sul web. Sul nostro sito, tutti i giorni, dalle 12.00 alle 13.00, troverete le dichiarazioni dei numerosi ed importanti ospiti del programma radiofonico.


Devis Mangia

Come sta evolvendo il vostro progetto a Malta, sia a livello di campionato che Nazionale?

“Stiamo crescendo, stiamo ottenendo dei buoni risultati a breve termine ma, essendo un ‘progetto’, come dice il nome, ci vorranno più anni per costruire qualcosa di duraturo”

Com’è stata accolta l’esclusione dell’Italia al prossimo Mondiale?

“Un grande dispiacere, come sportivo e come italiano. Quello è il sentimento prevalente”.

Tanti problemi nel sistema calcio Italia

“E’ chiaro che bisogna riveder le cose. Noi guardiamo l’eliminazione del 2018 e del 2022 ma, l’ultimo Mondiale a cui abbiamo partecipato, siamo stati eliminati già nel girone. C’è da dire che, invece, le nazionali giovanili stanno ‘tenendo l’urto’. Le cose vanno tutto sommato bene con la Nazionale under-19, così come l’under-21. Il problema ‘è capire cosa succede dopo e, soprattutto, di iniziare ad inquadrare il concetto di ‘giovane’. Infrastrutture? Sì, lamentai il problema anni fa, da altre parti c’è molta più attenzione, in Italia no. Se all’estero il termine ‘giovane’ si usa per un ragazzo di 17-18 anni e, invece in Italia per giocatori di 22-23, evidentemente è un problema”.

Scarsa considerazione dei giovani in Italia e mancata crescita del movimento

“I risultati degli ultimi anni, anche a livello di club, ci danno questo tipo di risposta. E’ una questione proprio di sistema. Pensate al Barcellona: affronta diversi problemi negli anni e riparte dai propri giovani. In riferimento a quell’under-21 del 2013, avevo ottimi giocatori ma avevo anche delle mancanze: molti giocatori ancora non erano titolari in Serie A. Negli anni successivi il livello dell’Under-21 è aumentato ma, poi, quei giocatori non sono riusciti a confermarsi su certi palcoscenici”.

La Sampdoria punta Cicaldau, un giocatore che conosci. Cosa ne pensi?

“E’ un giocatore con qualità buone, uno dei migliori prospetti del calcio rumeno. E’ un buon giocatore”.

Nell’under-21 hai allenato sia Insigne che Immobile. Un commento su entrambi, con riferimento anche alla scelta di Insigne di andare a Toronto

“Su Lorenzo sono scelte personali che non si possono sindacare. Non mi permetto di dare un giudizio. Per quanto riguarda Ciro non saprei, con me aveva fatto bene. E’ un attaccante che ha sempre fatto gol, ha vinto titoli da capocannoniere. Poi a volte non si riesce a rendere al massimo ma, per me, resta il migliore attaccante che abbiamo”.

Ha pesato l’attestato di stima di Arrigo Sacchi nella tua carriera, avendoti definito uno dei migliori prospetti tra gli allenatori italiani?

“Se non ci fosse stato lui, come Sogliano, probabilmente non ci sarebbe stata neppure la mia carriera (ride, ndr). Io li ringrazio sempre per la fiducia, è stato un grandissimo onore”.

Sei mai stato vicino al Napoli?

“No, non credo. In treno magari sono passato vicino a Capri (ride, ndr)”.


Giulia Rizzon

La Juve Femminile sfiora l’impresa in Champions con il Lione. 90.000 spettatori assistono al Clasico Femminile. Cresce il calcio femminile in Italia e in campo europeo

“Sì, penso che questo ne sia la dimostrazione. Sono stati due episodi, nel giro di due giorni, che hanno palesato come stia crescendo questo movimento. La Juventus ha fatto un’egregissima figura; il Lione era super favorito ma ha dovuto soffrire molto e ha giovato di una crescita iniziata da prima rispetto al nostro movimento. Noi stiamo riducendo il gap e la Juve ne è la dimostrazione”.

Rispetto alla tesi che realizzasti anni fa, incentrata sullo sviluppo del movimenti, noti dei miglioramenti nel calcio femminile attuale?

“Sono passati tanti anni (ride, ndr). Parliamo di dieci anni: ai tempi feci un raffronto tra Italia, USA, e Francia. Intervistai giocatrici importanti come la Gama. Oggi notiamo grandi miglioramenti: ci sono persone più competenti nel nostro calcio, prima non era così, soprattutto sull’aspetto della programmazione. Arrivavano, perlopiù, persone scartate dal calcio maschile e senza troppo entusiasmo. Credo che, nel calcio femminile, l’impegno sia maggiore per noi ragazze. Il gap si sta abbassando, grazie ai tifosi e grazie ai miglioramenti che vediamo”.

Il passaggio al professionismo sarà un importante ‘anno zero’. C’è fiducia per questo grande cambiamento?

Questo è un bel punto di domanda. Come ogni ‘anno zero’ ci saranno dei punti da sistemare. Sarà un anno di partenza; come dicevo prima, il fatto che ci siano persone sempre più competenti e ragazze – anche giovani – sempre più promettenti e ben disposte al lavoro e al sacrificio, sarà importante per il movimento femminile. Magari la mancanza dell’Italia maschile al Mondiale può dare più visibilità a noi come già accaduto in passato, quando il processo è stato rallentato anche un po’ dai problemi legati al Covid”.


Christian Argurio

Debacle dell’Italia. E’ solo colpa dei tanti stranieri nei settori giovanili?

Sai, io penso che dopo l’uscita inaspettata si sono dette tantissime cose. Probabilmente, ognuno di noi, ha un pezzo di verità in mano. Poi, ovviamente, i fattori sono tanti dopo aver sognato in grande all’Europeo dove, diciamolo chiaramente, non eravamo partiti come favoriti. Abbiamo vinto con il gruppo, come accadeva nelle grandi vittorie dell’Italia del passato. La storia dell’Italia ci dice che, in queste partite così insidiose, abbiamo sempre rischiato tanto. Capitolo stranieri: abbiamo tante risposte ma anche indicazioni diverse. Io credo non ci sia un’unica verità, non si può puntare il dito solo sugli stranieri, altrimenti non avremmo vinto neanche l’estate scorsa. Gli stranieri dovrebbero essere tutti di una certa qualità, poi è ovvio che un dirigente può sbagliare, sia in Serie A che in categorie minori. L’Italia non sta facendo più uscire dei fenomeni che, a 18/19 anni, siano già pronti a certi livelli. Quei giocatori oggi sarebbero stati super titolari. Ai tempi, da giovani, facevano fatica anche se erano fortissimi perché il livello era alto. Colpe? Settori giovanili, così come la qualità della crescita. Ad una certa età forse vengono investiti troppo presto sulla tattica, invece che essere migliorati sulla tecnica. Alcuni allenatori gli insegnano subito movimenti a scalare, 4-3-3 ecc., poi però ancora fanno fatica a calciare con coordinazione”.

Hai lavorato all’Hajduk Spalato e conosci Rrahmani. Si è parlato di Premier League, secondo te è pronto?

“Forse non è prontissimo ma, sicuramente, è un calciatore che può arrivare quei livelli. Ho lavorato all’Hajduk e ho viaggiato in quei posti per tanti anni, quindi ho una grande conoscenza dei Balcani. Ci sono giocatori interessanti che stanno venendo fuori ma, anche in quell’area, bisogna trovare il momento giusto per lanciare un giovane ed essere pronti soprattutto mentalmente. Uno dei tanti problemi del nostro calcio, come detto da un maestro come Sacchi, è l’intensità. Si è visto anche all’Europeo: nelle prime partite l’Italia ha fatto vedere un’intensità che non ricordavo da molto tempo. L’Italia aveva giocato bene a calcio, aveva convinto con il suo calcio. Sembrava quasi un club britannico, mettendo intensità e facendo girare il pallone. Oggi si insegna subito a far girare la palla, seguendo il ‘modello Guardiola’, ma poi se non abbini tecnica e intensità non ottieni. Tant’è che, lo stesso calcio di Guardiola, oggi si è evoluto dopo le esperienze in Germania e ora in Inghilterra”.

Corsa scudetto: il Milan può approfittare di questo turno ‘favorevole’?

In questo momento tutto è possibile. Siamo arrivati alla stretta finale. Ogni partita può essere decisiva. L’Inter ha avuto una serie negativa che deve cambiare e, la forza mentale, può fare la differenza. Gli allenatori parlano di giocare ‘partita dopo partita’; ora, le partite con le cosiddette piccole, possono cambiare molto. Penso al successo del Napoli a Verona che è stato davvero determinante. In questo momento non esistono partite facili. Certo, nel prossimo turno, per il Napoli sarà difficile ma non è detto che il Milan non passa incappare in un pareggio. Credo che il Napoli se la giocherà fino alla fine”.