Addio a Pelé, il ricordo di Ronaldo: “Era lui il vero fenomeno”

Ronaldo Pelé

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Il mondo del calcio e non solo piangolo la morte di Pelé, e non poteva certo mancare il ricordo di uno dei più grandi simboli del calcio brasiliano: Ronaldo Nazario da Lima, conosciuto da tutti come “Il Fenomeno”. L’ex calciatore ha voluto onorare la memoria di O’Rei in una commovente intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, esprimendo tutta la sua tristezza per la scomparsa della leggenda verdeoro. Ecco le sue dichiarazioni.

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Addio a Pelé, il commovente ricordo di Ronaldo Nazario 

Il ricordo di Pelé
“Non c’è consolazione nella consapevolezza: aspettavo, aspettavamo, questo momento da giorni, ma oggi sono triste perché se n’è andato un amico a cui ho voluto bene e che mi ha voluto bene, ancora prima che un emblema del nostro sport, e di tutta la storia dello sport. Un uomo diventato simbolo della bellezza del calcio. Lo hanno detto anche di me, ma quel soprannome che mi porto ancora addosso, Fenomeno, l’ho sempre sentito “largo” quando pensavo a quanto lo era stato lui: era Pelé, il vero Fenomeno”.

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Il rapporto con lui
“Mi sorrideva ogni volta che ci incontravamo e ogni volta sapeva trovare una parola, un aneddoto, un consiglio, una riflessione che mi emozionavano quanto il fatto di trovarmi davanti ad un mito. Ma un suo ricordo “italiano”, uno dei più dolci che ho di lui, è fra quelli che mi porto dentro con più affetto. Era il 2000, da non molto mi ero rotto il tendine rotuleo nella “famosa” partita dell’Olimpico: l’infortunio più grave della mia carriera. Pelé era in Italia, da Roma doveva andare a New York, ma prima decise di prendere un aereo per Milano: solo per salutarmi e darmi un abbraccio dei suoi. […] Avevo le stampelle, mi accompagnò tenendomi sotto braccio fuori in terrazzo, e di fronte a noi c’era San Siro, così vicino che ti sembrava di poterlo toccare. Mi raccontò di quando ci aveva giocato con il Santos e con il Brasile, di quando Angelo Moratti lo aveva comprato per l’Inter ma lui non se la sentì di lasciare il Brasile. Massimo, il mio presidente, che nel frattempo mi chiamò al telefonò per salutarlo, confermò tutto e allora gli chiesi se potevo far firmare a Pelè un contratto con l’Inter fino a gennaio, così avrebbe potuto giocare al mio posto, in attesa che guarissi: rideva come un pazzo”.