AIA, Nicchi: “No a VAR a chiamata, sala centralizzata darà uniformità”

Nicchi

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi ha rilasciato alcune dichiarazioni sullo stato attuale del VAR e sui progressi che si aspettano in Italia.

La sala VAR centralizzata

Nicchi ha annunciato che a breve verrà introdotta la sala VAR centralizzata a Coverciano. “Azzerare gli errori non è possibile ma tutto è migliorabile e la sala VAR unica di Coverciano costituirà un passo decisivo”. Secondo lui si tratterà di un progresso molto importante per il calcio italiano che sta vedendo un miglioramento sempre maggiore nell’uso del VAR. “Col secondo e terzo anno di applicazione si hanno dati più certi ma è evidente che stiamo soffrendo la mancanza di un centro VAR ancora in fase di perfezionamento e il fatto che le partite vengano giocate in un clima surreale a causa della pandemia.” Sul futuro, però, è fiducioso. “Ci sarà un grosso miglioramento quando la Figc ci darà la chiave della sala VAR centralizzata di Coverciano, sarà un laboratorio che porterà progressi incredibili, il passo più importante che farà il calcio italiano nei prossimi anni.”

Il presidente dell’AIA crede anche che questa sala centralizzata aumenterà l’uniformità di giudizio. “L’uniformità è quasi un’utopia ma avvicinarsi è fattibile. Sotto questo punto di vista le cose sono comunque molto migliorate e grazie alla tecnologia l’uniformità aumenterà perché nessuno potrà applicare il regolamento a sua immagine e somiglianza ma dovrà applicarlo in modo preciso secondo i protocolli.”

Il VAR a chiamata

Nicchi, invece, pare contrario al VAR a chiamata. Non credo che ci sia bisogno di qualcuno che dalla panchina chieda all’arbitro di andare a rivedere certe cose, lo sa da solo che deve rivedere quello che gli viene suggerito dal VAR.” E non sembra neanche fiducioso sulle dichiarazioni degli arbitri nel post partita. “È quello che tentiamo di fare ma ogni volta che ci avviciniamo non mancano polemiche inconsistenti e aspre e questo ci ha fatto ritenere che non siamo ancora maturi per questo discorso”.

La riunificazione delle CAN e il “modello” Frappart

Marcello Nicchi ha poi parlato dei fattori positivi riguardanti la riunificazione delle CAN di A e di B. “I margini di miglioramento erano scarsi, in questo modo c’è un incentivo per i giovani che si allenano. Si preparano e studiano con quelli al di sopra di loro e di cui aspirano a prendere il posto.”

Infine, su un’arbitra anche in Italia come Frappart si dice fiducioso. “Ci lavoriamo da prima della Uefa. Abbiamo 1.750 donne, una donna assistente nella Can unificata e due donne arbitro in C per le quali il passo successivo sarà la A. Con un po’ di applicazione presto ci arriveremo.”