Allegri e Spalletti: a volte ritornano, ma in modo diverso

Photo Cesare Purini / Insidefoto

Due anni di pausa, sia per Max Allegri che per Luciano Spalletti. Due lunghe stagioni passate ad osservare gli altri, a studiare, ad aggiornarsi, a migliorare. O almeno questa era l’opportunità che avevano Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti, entrambi rientranti su una panchina di Serie A dopo due campionati di assenza: a volte ritornano, ma…

Massimiliano Allegri ha vissuto due anni da fantasma. Aveva lasciato la panchina della Juventus con l’ennesimo fallimento in Champions League, ma anche con l’ennesimo Scudetto portato a Torino. In molti in casa Juve pretendevano qualcosa in più: vincere non era più l’unica cosa che conta, in quel momento serviva anche giocare bene, dare spettacolo, anche perché sembrava quello l’unico modo per vincere anche in Europa. Via Max Allegri dunque, probabilmente anche per accontentare Cristiano Ronaldo. Da lì iniziano i due anni da fantasma di Allegri: il suo nome è aleggiato prima sopra la panchina di Sarri e poi su quella di Andrea Pirlo. Anche chi aveva desiderato l’addio di Allegri due anni prima, ha poi sperato nel suo ritorno. Detto, fatto: Allegri torna sulla panchina della Juventus. A volte ritornano, sì, ma con quali risultati? Solo cinque punti in cinque partite e l’impressione che questa Juventus non ha nulla a che vedere con la prima versione bianconera di Allegri. Si fa fatica, si soffre e scarseggiano i risultati.

Luciano Spalletti, invece, aveva lasciato due anni fa l’Inter in cui due qualificazioni in Champions League consecutive non erano bastate per entrare nei cuori dei tifosi nerazzurri. Una partenza sprint in entrambe le stagioni, smorzate da un doppio calo a gennaio, aveva fatto storcere il naso a molti: via Spalletti, arriva Antonio Conte, la cui vittoria dello Scudetto ha rinvigorito chi due anni prima aveva sperato nell’addio di Spalletti. Eppure il tecnico toscano, nel frattempo, lavorava in silenzio: studiava i colleghi, rivedeva partite, migliorava persino i suoi difetti di comunicazione. Il ritorno era questione di tempo e la piazza di Napoli era quella giusta. Non tutti all’ombra del Vesuvio l’hanno accolto con entusiasmo, probabilmente anche preoccupati dal dipinto che la serie tv su Totti faceva di Spalletti. Ed invece il tecnico toscano ha conquistato i tifosi azzurri già dal precampionato: calma, saggezza, fiducia, prima di cinque vittorie consecutive in campionato. Il suo Napoli ha carattere e qualità da vendere ed ora guida meritatamente la classifica di quella Serie A in cui è ritornato con un grande impatto Luciano Spalletti. A volte ritornano, e meno male per il Napoli.