Allegri a sproposito: le priorità della Juventus rispetto al futuro del tecnico

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(Photo by Getty Images)

Allegri, ritorno al futuro. Così doveva essere l’usato sicuro. Ritrovare le certezze del passato per guardare al futuro con altri occhi: alla Juventus è andato in scena, quest’anno, un revival atteso ma fiacco. Le aspettative sono state disattese. Nessun titolo dopo più di dieci anni: l’ultima volta era capitato a Delneri. Una vita fa, la stessa che oggi deve ritrovare la Vecchia Signora – un po’ malconcia, ma mai doma – per avere quantomeno le idee chiare. La dimensione della Juventus non si discute, almeno nei vertici l’ambizione è sempre la stessa: sotto accusa, semmai, un gioco che non è quasi mai pervenuto.

La storia del “corto muso” lascia il tempo che trova se poi perdi 4-2 in rimonta (al netto di presunti episodi arbitrali a sfavore) nell’unica partita che avrebbe potuto dare un senso a una stagione di chiaroscuri. Significa che è finita la fame, la voglia di riscatto: serve un rinnovamento. Rivoluzione che deve partire dagli uomini, forse proprio da Allegri: Pirlo – lo scorso anno – fu messo sulla graticola per molto meno. L’ex Milan ha portato a casa una qualificazione in Champions, una Supercoppa e una Coppa Italia. Sarri, stesso destino: uno Scudetto in cascina e criticato come fosse l’ultimo tecnico disponibile.

Allegri e la Juventus, futuro da scrivere: i punti interrogativi di una stagione inedita

Chiellini America
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Allegri ha goduto per troppo tempo di una rendita che ora è destinata a finire. 9 anni di trionfi sono tanti, ma non abbastanza per nascondere la testa sotto la sabbia e dire che “la rincorsa al quarto posto era l’obiettivo di stagione”. Questa può essere la disonestà intellettuale a cui il toscano faceva riferimento qualche partita fa: una Juve “umanizzata” a certi livelli non vuole vederla più nessuno. Per questo, ma anche per le inchieste che sono state condotte in parallelo – da cui i bianconeri sembrerebbero essere usciti indenni, assieme alle altre realtà coinvolte tra Serie A e Serie B –, Agnelli potrebbe lasciare il timone della società: una voce senza emozione, citando Celentano, fra le tante che circolano in queste settimane.

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Di sicuro c’è che Allegri ha un contratto milionario: 9 milioni più bonus a cui non rinuncia. Infatti parla di futuro con la tranquillità di chi vede il suo posto solido e pronto per essere – semmai – messo ancora in discussione: dissapori ai piani alti ce ne sono, compresa la figura di Nedved che potrebbe vacillare tanto quanto quella del tecnico. Le crepe non mancano, in momenti come questo si verifica la solidità di un progetto: ci sono passati anche i migliori. E la Juventus non fa eccezione. Lo stesso Milan, che oggi torna a giocarsi lo Scudetto, è dovuto passare per una “rifondazione” durata anni.

La Vecchia Signora pensa al “lifting”: il mercato può cambiare la squadra

Ricompattarsi anche attraverso il mercato e una serie di colpi bene assestati: secondo il criterio che è mancato – parzialmente – in quest’annata, dove le lacune estive hanno inficiato non poco. Il divorzio da Cristiano Ronaldo mal gestito, l’arrivo di Vlahovic e Zakaria come effetto tardivo di una valorizzazione che avrebbe dovuto rafforzare un organico per condurlo nuovamente ai vertici.

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Non è bastato, per tempi e modalità: ora bisogna fare i conti con gli eccessi del passato e arrotondare per difetto. Opposti che non si attraggono in un cambiamento radicale che ha l’aria di un cantiere aperto: Chiellini e Dybala saluteranno la compagine bianconera, ma non sono gli unici che lasceranno la Continassa. Tutto cambia per ritornare com’era: il puzzle bianconero deve avere nuovamente un senso. E poco importa se, per farlo, bisognerà rinunciare a qualche pezzo pregiato.