Altobelli ricorda Spagna ’82: “Vinto contro tutte le critiche”

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(Photo by Duncan Raban/Allpsort/Getty Images)

Alessandro Altobelli torna a parlare del Mondiale di Spagna ’82. Ricordi indelebili di quella estate, fra le critiche della stampa, il silenzio ed il trionfo.

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(Photo by Duncan Raban/Allsport/Getty Images)

Altobelli su Spagna ’82: “Tutti dicevano che saremmo usciti ai gironi, invece…”

Sulle pagine del Corriere dello Sport Alessandro Altobelli torna a parlare di quel Mondiale di 40 anni fa. A partire da quella finale con la Germania: “Il cuore accelera anche se di acqua sotto i ponti ne è passata… Quello è stato un Mondiale pazzesco: all’inizio sofferto, ma da un certo punto in poi trionfale. Diciamo che ci siamo vendicati delle critiche e di chi pensava non saremmo andati lontano“. Sui giornali le critiche si sprecavano, con pronostici neri per la Nazionale azzurra: “Bearzot, Vicini e Maldini cercavano di “proteggerci” e volevano che pensassimo solo a lavorare, ma isolarsi non era facile. Prima della partenza lavorammo tantissimo dal punto di vista fisico e contro Perù, Polonia e Camerun non eravamo brillanti: le gambe erano un po’ pesanti, ci mancavano le accelerazioni di Conti, gli inserimenti di Oriali e Tardelli e la spinta di Cabrini. Così le formazioni che avevamo davanti finivano per difendersi e poi ripartire senza troppi problemi”.

Le critiche erano talmente pesanti che si decise la via del silenzio: “Quasi tutti ci attaccavano e ci vedevano a casa già alla fine del girone o agli ottavi. Entrammo anche in silenzio stampa quando gli attacchi divennero personali, nei confronti di Rossi e Cabrini: ci guardammo negli occhi e capimmo che era la cosa giusta da fare. Da quel momento avrebbero parlato solo Bearzot, Zoff e… il campo”.

“Abbiamo vinto con il gioco all’italiana”

Da lì in poi solo trionfi: “Battemmo Argentina, Brasile, Polonia e Germania dell’Ovest. Anzi, le asfaltammo con il bel gioco… all’italiana ovvero difesa attenta e contropiede a tremila all’ora. Il successo sull’Argentina ci fece sbloccare dal punto di vista mentale e anche il Brasile, più forte ma più presuntuoso, se ne accorse”. In quel Mondiale, uno dei protagonisti fu Paolo Rossi: “Aveva iniziato con difficoltà perché non trovava la porta. Era reduce dalla squalifica per il calcio scommesse, ma Bearzot non ha mai dubitato. Era convinto che si sarebbe liberato del macigno che aveva dentro dopo la prima rete e così è stato”.

Altobelli era la riserva di Rossi: “Stavo bene ed ero reduce da un bel campionato e della vittoria della Coppa Italia. Bearzot però aveva le sue idee e così ho lavorato per farmi trovare pronto: sono stato premiato dalla sorte visto che sono entrato in finale e ho segnato il 3-0″.

Oggi è il 16esimo anniversario della vittoria in Germania, anche se nell’immaginario collettivo il Mondiale dell’82 è inarrivabile: “Per vincere un Mondiale ci vuole sempre un’impresa e anche i ragazzi del 2006 l’hanno fatta. Forse la gente riconosce a noi del 1982 di essere andati oltre i nostri limiti: non era mai successo che una squadra per trionfare dovesse battere l’Argentina di Maradona, Kempes e Passarella, il Brasile di Zico, Falcao e Socrates, la Polonia di Boniek e Smolarek più la Germania dell’Ovest di Rummenigge, Forster e Breitner. E’ stato qualcosa di unico e irripetibile“.