Atalanta-Inter, la Dea ferma i nerazzurri con adrenalina e caparbietà

Atalanta

(Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

La marcia apparentemente infermabile dei nerazzurri ha incontrato un muro troppo solido: quello dell’Atalanta. Il match del Gewiss Stadium è stato un inno al bel calcio, giocato a viso aperto, senza timore di sbagliare o di scoprirsi troppo. La squadra di Gasperini è stata brava a chiudere gli spazi ai nerazzurri, pressandoli in maniera ossessiva e attaccando in maniera corale.

Il cuore di un’Atalanta sgangherata

Mancavano tanti, tantissimi uomini a Gasperini per la gara contro l’Inter. Nonostante ciò gli orobici non hanno sfigurato, anzi, hanno dimostrato di essere competitivi per lo scudetto fino alla fine. In ordine, tra Covid ed infortuni, mancavano: Ilicic, Maehle, Malinovskyi, Zapata, Gosens, Toloi ed Hateboer. Molti forfait inoltre sono arrivati a ridosso della partita. Gasperini è stato costretto a spostare de Roon più esterno, non certo un ruolo congeniale alle sue caratteristiche, ma che ha reso comunque bene.

L’Atalanta si è dimostrata ancora una volta superiore alle avversità, ancora più unita, ancora più squadra. In novanta minuti di puro calcio i bergamaschi sono riusciti a non far segnare l’Inter, che offensivamente è un’armata. Infatti i nerazzurri non andavano in gol in Serie A da gennaio 2021, ben 39 partite. La squadra di Gasperini non solo si è difesa con le unghie e con i denti, ma ha saputo ripartire spesso offensivamente, creando più di qualche grattacapo alla difesa dell’Inter. Basta vedere quanto Bastoni, per esempio, sia andato in difficoltà sul finale.

Solita adrenalina firmata Atalanta

Nel match è doveroso notare anche il pressing asfissiante della Dea, che ha soffocato il giro palla dell’Inter per una buona mezz’ora, portandola a chiudersi nella propria metà campo. Ovviamente un ritmo così intenso era impossibile da sostenere per 90 minuti, e gli uomini di Gasperini, poi, hanno dovuto abbassare un po’ i giri del motore. Le marcature a uomo, i recuperi palla granitici dei vari de Roon, Freuler, Koopmeiners e dei difensori orobici, sono stati fondamentali nella buona riuscita dell’impresa.

Quando l’attacco è la miglior difesa

A volte il detto “l’attacco è la miglior difesa” si rivela davvero efficace, ed è il credo dell’Atalanta, ormai da anni. Con gli uomini contati, la Dea ha attaccato coralmente, nessun giocatore si è risparmiato. Da Pessina allo stesso Muriel, che ha giocato 85 minuti (non spesso capita) con forza ed eleganza. Quando il colombiano ripartiva palla al piede, la retroguardia nerazzurra tremava, e spesso si è dovuta affidare ai guantoni di “San Handanovic”, che ha sventato tantissime occasioni da gol.

Incredibile vedere come tutta la squadra salga e si inserisca in area, compresi i difensori. Lo stesso Demiral (tra i difensori che tirano di più nell’area avversaria) ha messo in difficoltà la difesa dell’Inter e lo stesso Handanovic, costringendolo a fare parate miracolose. In tutto questo è doveroso fare i complimenti anche a Musso, che ha sbarrato la porta con qualche intervento sensazionale. Per quello che si è visto in campo, e per il calcio super offensivo giocato, lo 0-0 ha tenuto anche grazie a due portieri in grande forma.