Benfica, un avversario difficile per l’Inter: i punti di forza delle Aquile

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(Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA, Onefootball.com)

I quarti di finale di Champions League hanno abbinato l’Inter ai portoghesi del Benfica. Dopo il Porto negli ottavi di finale della competizione, l’urna del massimo torneo europeo ha nuovamente mandato i nerazzurri in terra lusitana.

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(Photo by CARLOS COSTA, Onefootball.com)

dentro al Benfica, la macchina perfetta di Schmidt che affronterà l’Inter nei quarti di finale di Champions

Un sorteggio per nulla facile quello capitato agli uomini di Simone Inzaghi, che pur evitando un insidioso Derby italiano o una delle super corazzate rimaste (Manchester City, Bayern Monaco e Real Madrid), si troveranno di fronte una squadra velenosa e dall’alto tasso di pericolosità.

Il Benfica è allenato dal tecnico tedesco Roger Schmidt, arrivato alla Aquile la scorsa estate dopo l’esperienza al PSV Eindhoven. I portoghesi stanno dominando il campionato portoghese con 71 punti in 27 giornate, frutto di 23 vittorie, 2 pareggi e solo 2 sconfitte (l’ultima arrivata venerdì contro il Porto).

La squadra è sia il miglior attacco (68 gol fatti) che la miglior difesa (16 gol subiti) della Liga Portugal, ma gli Encarnados hanno stupito soprattutto in Champions League. Nella fase a gironi hanno chiuso al primo posto nel Gruppo H, composto dal Paris Saint-Germain, dalla Juventus e dal Maccabi Haifa. 14 punti frutto di 4 vittorie, 2 pareggi (doppio 1-1 con i francesi) e nessuna sconfitta.

Agli ottavi poi il Benfica si è sbarazzato piuttosto facilmente dei belgi del Club Brugge, per un aggregate totale di 1-7 tra andata e ritorno (0-2 in trasferta e 5-1 al Da Luz). Ma come gioca il Benfica e quali problemi può creare all’Inter?.

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(Photo by Patricia De Melo Moreira, Onefootball.com)

Benfica, pressing rabbioso e dominio del pallone. E l’attacco portoghese si incastra male con la difesa dell’Inter

Il modulo base è un classico 4-2-3-1 di impostazione molto contemporanea ed europea, uno stile di gioco che funziona soprattutto in Champions data la forte anima offensiva e propositiva della squadra.

Il Benfica opera un pressing feroce, aggressivo e moderno, con l’obiettivo di un recupero furente del pallone. La difesa gioca col baricentro alto a partire dai due centrali Antonio Silva e Otamendi (che non ci sarà per squalifica nel match d’andata).

Il terzino sinistro Grimaldo è una sorta di sfogo offensivo alla manovra ed attaccante aggiunto, mentre i due mediani di centrocampo Florentino Luiz e Ciquinho (non c’è più Enzo Fernandez, venduto a gennaio al Chelsea) danno equilibrio e sostanza ma non si discostano dal dettame principale di Schmidt: dominio il gioco e voglia immediata di riconquistare il possesso.

I quattro giocatori offensivi non hanno schemi di movimento prestabiliti ma puntano sulle connessioni individuali tra di loro, scegliendo grazie al talento e alla classe il modo migliore e fulmineo per far male all’avversario.

Velocità, rapidità e tecnica sono le armi principali, una specie di onda rossa a pericolo massimo a cui l’Inter dovrà prestare un’attenzione e un’applicazione fuori dalla norma.

Gli attaccanti del Benfica possono infatti creare grande preoccupazione alla retroguardia dell’Inter. I nerazzurri hanno un grosso problema tattico fin da inizio stagione. La squadra di Inzaghi difende con un baricentro piuttosto alto, scelta sbagliata visto le caratteristiche dei difensori dell’Inter che si adattano poco a questa impostazione difensiva.

I centrali sono fisici ma lenti e lasciare campo alla rapidità del Benfica potrebbe essere una mossa suicida.

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(Photo by Gualter Fatia, Onefootball.com)

Rafa Silva, Gonçalo Ramos e Joao Mario: il tridente da quasi 60 gol in stagione

Rafa Silva è un trequartista contemporaneo, un 10 o 9 e mezzo. Il portoghese (12 gol e 9 assist in stagione) calamita tutta la produzione offensiva della squadra e tutto passa dai suoi piedi, che sia per finalizzare o fare assist. L’Inter dovrà fare molta attenzione a lui e alla sua posizione e ai suoi inserimenti senza palla, in bilico tra ll mediano (che probabilmente sarà Brozovic) e il libero della difesa a 3.

Un altra minaccia è rappresentata da Gonçalo Ramos. Il classe 2001 ha realizzato 24 gol in stagione ed è un tipo di giocatore che si incastra male con le caratteristiche della difesa dell’Inter. La punta non è super fisica ma è un movimento perpetuo e continuo, bravissimo ad associarsi coi compagni della trequarti, ma anche temibile sotto porta. Un difensore centrale piazzato fisicamente ma piuttosto astatico come Acerbi potrebbe soffrirlo non poco.

A destra l’ex Joao Mario. In nerazzurro non ha lasciato un buon ricordo di sé, ma alle Aquile è letteralmente rinato (23 gol e 12 assist). Schmdt lo usa come ala destra, ma Joao Mario è più un tuttocampista.

Può arretrare ad aiutare nell’impostazione i due mediani (formando un 4-3-3) o scambiarsi di ruolo con Rafa Silva nella posizione da numero 10. Un giocatore tatticamente molto intelligente e che sa come operare negli ultimi 20 metri di campo, l’Inter dovrà capire bene come limitarlo, non essendo un’ala pura e quindi poco decifrabile.

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(Photo by CARLOS COSTA, Onefootball.com)

A sinistra attenzione a Fredrik Aursnes. Il giocatore norvegese è anche lui un’ala offensiva atipica. Più definibile come un centrocampista di supporto, ma è un profilo pienamente dentro i collegamenti di gioco portoghesi. Meno talento rispetto ai colleghi ma molta più disciplina tattica.

Da quella parte però il titolare potrebbe essere il brasiliano David Neres (11 gol e 12 assist stagionali). L’ex Ajax è un’ala pura. Rapidissimo e velocissimo e può rappresentare una spina nel fianco per Dumfries (che già dovrà avere a che fare con e sgroppate di Grimaldo) che per Darmian, che lo avrà contro nella sua zona.