Benzema sotto shock: “La partita non si gioca” | Esplode il primo grande caos arabo
Una decisione del tutto inaspettata che mette a serio rischio la stagione di Benzema e compagni.
Non è solo un gioco. L’abbiamo capito a nostro rischio e pericolo, nonostante la passione per questo sport sia ancora tanta e ci tenga incollati davanti al televisore. Sul terreno di gioco non entrano soltanto grandi campioni ma anche altri interessi.
Dai petroldollari dell’Arabia Saudita ai progetti delle big europee, le sponsorizzazioni, gli accordi commerciali e molto altro ancora. Non si tratta soltanto di calcio ma di un sistema, un’industria o un business che devono tener conto di diverse variabili.
Tra queste, forse la più importante: il tessuto sociale e culturale. Il contesto in cui si gioca e la missione che la storia ci impone, ovvero ricordarci sempre chi siamo e da dove veniamo. Solo così si può chiedere e ottenere rispetto, facendo leva sui valori più sani dello sport.
Ecco perché in alcune parti del mondo questo contorno si fa più aspro, più rigido. Non si possono chiudere gli occhi quando si parla di rapporti tra Paesi e dunque tra milioni di persone. Alcuni valori fondamentali non si possono lasciare in panchina.
La partita è rinviata: ecco il motivo
Non ci sarà nessuna partita in programma e dunque nessuna festa sugli spalti. L’Al Ittihad della superstar Karim Benzema non scenderà in campo contro il Sepahan per motivi politici. A riportare la notizia è il sito Gianlucadimarzio.com, che aggiunge alcuni dettagli molto rilevanti.
Sul social X è arrivata la comunicazione ufficiale da parte dell’Asian Champions League. La gara tra gli iraniani del Sepahan e gli arabi dell’Al Ittihad è stata rinviata. Secondo quanto trapela il club ospite si sarebbe presentato allo stadio per poi compiere una clamorosa marcia indietro.
Il simbolo che divide i Paesi
Ma ecco il retroscena: negli ultimi giorni l’Al Ittihad avrebbe chiesto al Sepahan di rimuovere una statua presente a bordocampo. Un monumento che ricorda Qassem Soleimani, generale iraniano morto nel 2020 a seguito di un raid statunitense. Un leader del Paese ma anche una personalità assai discussa.
Proprio a poche ore dal match l’Al Ittihad si sarebbe accorto della presenza di questo simbolo e avrebbe deciso di non scendere in campo. Un fatto che testimonia la distanza politica tra i due Paesi, nonostante una riconciliazione apparente avvenuta proprio negli ultimi mesi. L’Asian Champions League dovrà ora occuparsi della vicenda e ristabilire dei buoni rapporti dentro e fuori dal campo.