Buffon: “Juventus nel mio destino. Non giocherò oltre il 2023”

Buffon

Gianluigi Buffon si è concesso a una lunga intervista per il Guardian. Le dichiarazioni del portiere della Juventus e della nazionale italiana.

Sul lockdown: “Devo essere onesto, per me il primo mese di isolamento è stato davvero bellissimo. All’inizio mi ha permesso di avere del tempo da dedicare a me stesso, come non mi era mai successo in tutta la vita. Stare insieme a mia moglie, ai miei figli per tutto il giorno. Potermi dedicare ali hobby e alla lettura. È stato un periodo bellissimo, ne ho approfittato e l’ho adorato. Poi, col passare del tempo, diventa pesante. Pensi sempre di pià a quello che stanno vivendo gli altri. Quello che ti permette di stare bene è la felicità esistenziale, sentire dentro di te che sei una persona felice per quello che hai fatto e fai e anche per quello che stai diventando. Quando sono a casa con la mia famiglia non ho veramente bisogno di niente. Si parla di tutto e io ho tempo da dedicare anche alle mie curiosità. Mi sento come una persona che continua a crescere. Non so se sto migliorando o peggiorando, spero meglio ma intanto mi fa sentire bene”.

Sul rapporto con Andrea Pirlo: “La mia amicizia con Pirlo arriva da molto lontano. Io, lui e Gattuso ci conosciamo dal 1993. Quando poi si ha la fortuna di condividere un viaggio insieme come la vittoria del Mondiale, credo che il rapporto venga ulteriormente sigillato. Non è solo una questione di amicizia, perché un’amicizia non nasce vincendo i Mondiali, è il legame che viene sigillato. Ci ha dato una comprensione condivisa, che non potrà mai cambiare o interrompersi. La prima cosa che ho fatto quando è diventato l’allenatore della Juventus è stata quella di chiamarlo mister. Di fronte agli altri, è sempre mister. È una questione di rispetto: finché siamo in campo, lui ha un ruolo e io un altro. Quando usciamo dal campo, e siamo insieme, allora torniamo ad essere Gigi e Andrea”.

Sulla sua condizione: “Ci sono dei consigli che potrei darmi. Ma ricordo come stavo prima e come sono ora. Ho bisogno di fare delle esperienze, di fare qualche pasticcio. Se una persona non sbaglia mai, non ne paga mai il prezzo e non capirà mai veramente. È importante sbagliare le cose nella vita. Ed è ancora più importante pagare per i tuoi errori. Se non paghi dazio, quel dazio sarà comunque dovuto fino alla fine. Ti fa stare male, ti fa riflettere, ti fa guardare le sfumature. Quando sbaglio una partita mi sento così a disagio, sconvolto. Sono abituato ad aspettarmi il massimo da me stesso, quindi se non riesco a fare le cose alla perfezione provo enorme imbarazzo”.

Sul futuro: “Nella mia testa c’è un limite massimo che è giugno del 2023. Senza dubbio non andrei oltre. Però non è da escludere che possa decidere di fermarmi dopo i prossimi 4 mesi. Si dice che quando arrivi alla mia età, il declino può presentarsi da un momento all’altro. Anche se non ci credo. Le sensazioni che sto provando adesso non mi fanno pensare a questa possibilità. Sicuramente posso dire che non avrei mai pensato di giocare per così tanto tempo. Penso che sia una bella storia”.

Sul ritorno alla Juventus: “Sono uno che crede molto nel destino: quando mi hanno proposto di tornare, mi sono detto che sarebbe stata un’ultima grande storia da scrivere”.