Calciopoli, la Corte Europea accetta il ricorso di Giraudo: gli scenari

Si dice che il calciomercato non dorma mai, ma anche Calciopoli sembra una storia destinata a perdurare nel tempo, nonostante siano trascorsi 15 anni dal famoso processo che sconvolse gli equilibri del calcio italiano. L’ultima clamorosa novità è arrivata nelle scorse ore e riguarda uno degli uomini delle vecchia Triade della Juventus oggetto del tanto discusso processo. Si tratta di Antonio Giraudo, ex amministratore delegato dei bianconeri dal 1994 al 2006. Anno in cui Calciopoli infiammò l’estate italiana, mentre in Germania la Nazionale di Lippi conquistava il quarto Mondiale.


Stando a quanto riferito dalle maggiori testate italiane, la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha accolto il ricorso presentato da Giraudo. Ricorso gestito tramite gli avvocati Amedeo Rosboch e Jean-Louis Dupont. Niente di definito ancora ma, considerando che il 90% dei ricorsi presentati vengono dichiarati “inammissibili”, l’apertura dei giudici europei sembra una svolta non di poco conto. La difesa di Giraudo sostiene che ci fu “una macroscopica violazione dei diritti della difesa”. Emergono nonché perplessità sulla “ragionevole durata del processo”. Viene inoltre sottolineato che “Furono lasciati soltanto sette giorni per predisporre le difese, tempo insufficiente anche solo per la lettura di un fascicolo di oltre 7.000 pagine”. Nei prossimi mesi, lo Stato italiano dovrà formulare una documentazione di difesa. 


Su Giraudo pende un’inibizione a vita dal ruolo di dirigente. Inoltre, in sede penale, la Corte d’Appello di Napoli lo condannò – nel 2012 – ad un anno ed otto mesi. Condanna poi annullata senza rinvio dalla Cassazione nel 2015 per la sopraggiunta prescrizione del reato. Saranno mesi di dibattiti, discussioni e svariati iter procedurali da seguire e, la decisione di Strasburgo, può aprire spiragli per altri ricorsi e nuovi scontri tra le parti che non hanno mai abbandonato le proprie posizioni nel corso di questi 15 lunghi anni.