Campania in lockdown: quali conseguenze per il calcio?

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

È di oggi la decisione del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di varare un lockdown totale sul territorio regionale, per far fronte all’aumento vertiginoso dei contagi da Covid-19.

Il governatore ha annunciato in diretta Facebook che metterà in atto le procedure per una “chiusura totale”, fatta eccezione per le attività essenziali.
Un film già visto in primavera, quando a finire in lockdown è stato l’intero paese. La firma dell’ordinanza è attesa tra sabato 24 e domenica 25 ottobre.
Alla luce di questo provvedimento, cosa succede ora al calcio in Campania?

Finché l’ordinanza regionale non verrà ultimata e resa pubblica non potremo saperlo con certezza, ma difficilmente l’attività sportiva professionistica verrà inserita nel novero delle attività essenziali.
Se così sarà, questo implica un divieto agli allenamenti e allo svolgimento delle partite sul suolo campano, e di conseguenza l’impossibilità per le squadre campane di continuare la loro attività, mettendo così a repentaglio la regolare prosecuzione dei campionati.

Una soluzione per i club potrebbe essere quella di trasferirsi momentaneamente in un’altra regione, allenandosi e disputando le partite in campo neutro. Opzione piuttosto gravosa.

Oppure vi potrebbe essere un vuoto normativo a livello regionale, tale da non imporre lo stop all’attività sportiva non di base, in conformità al Decreto varato dal governo la scorsa settimana e attualmente in vigore, che in questo caso continuerebbe ad applicarsi anche in Campania.

De Luca potrebbe anche decidere di orientare il provvedimento restrittivo in favore della continuazione dell’attività sportiva, indicando suddette attività tra le categorie esentate dalla chiusura.
In quest’ultimo caso c’è un precedente importante: quando il governo Conte con il Dpcm dell’8 marzo di fatto instaurava il lockdown in Lombardia e nelle province limitrofe, contestualmente nelle stesse aree permetteva lo svolgimento delle manifestazioni sportive, rigorosamente a porte chiuse.
Le ultime due opzioni permetterebbero alla Serie A e agli altri campionati di andare avanti, in caso contrario uno stop appare quasi inevitabile.

Stop che invece è stato già deciso – e su tutto il territorio nazionale – per il calcio dilettantistico di base, vale a dire i campionati giovanili provinciali e la terza categoria.
In base al Dpcm del 18 ottobre infatti, essi sono sospesi fino al 13 novembre.
Sospensione che con ogni probabilità verrà prorogata, di fronte a una situazione d’emergenza che non accenna a migliorare.