Castori: “compiuto un’impresa, resto ancorato alle mie idee”

Castori

Photo: Alessandro Garofalo

La promozione della Salernitana, a distanza di giorni, fa ancora notizia. L’impresa sportiva della squadra guidata da Fabrizio Castori è sotto gli occhi di tutti. Alla base, però, come ha raccontato il tecnico ai microfoni di Sky, c’è stato il lavoro della società. “Sono riconoscente a Lotito e Mezzaroma, nonché al direttore sportivo Fabiani: un allenatore senza società alle spalle fa fatica. Poi ovviamente la squadra. Chi vince ha un anima. Io ho le idee chiare su quello che dobbiamo fare: i concetti non vanno smantellati. Poi ogni categoria ha la sua tipicità, bisognerà inserire anche giocatori di Serie A. Mi piacciono giocatori di gamba, di velocità. Però se faccio un nome altisonante mi prendono in giro: prenderei volentieri Osimhen” Allora dico Mota Carvalho: in una squadra come la nostra farebbe molto bene”.

Sullo stile di gioco, imperniato sulla fase difensiva e sulle ripartenze veloci, quasi fuori dal tempo eppure terribilmente efficaci, Castori non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. “Il bello è soggettivo. A me piace un calcio bello aggressivo, veloce, cercare la porta avversaria. Oggi è diventato di moda passare il pallone: io dico ai miei giocatori di attaccare la porta dell’avversario. A essere sincero, quando vedo certe partite in televisione o cambio canale o mi addormento. Non capisco a cosa servano tutti quei passaggi senza tirare mai in porta. Poi con questo sono arrivato a dieci campionati vinti: mi sento di dire che sono ancorato alle mie idee. Io guardo altri numeri: quanto veloce attacchiamo, quanti contrasti vinciamo, quanto siamo bravi sulle seconde palle. Mi piace il calcio di Klopp e Simeone“.

Sull’impresa, aver riportato la Salernitana in Serie A a distanza di 23 anni dall’ultima volta, Castori si lascia andare. “Mi sento realizzato, sono contento perché intanto abbiamo realizzato un sogno. Non solo per me, ma per questa gente: da anni sognava un momento come questo. È un popolo rumoroso, molto caloroso. L’ultima promozione è sempre la più bella. Anche perché è più fresca: vincere è bello, lo è ancora di più se recente. È stato un campionato molto complesso, anzitutto perché è durato sette mesi anziché nove. Senza peccare di presunzione, penso che abbiamo compiuto un’impresa“.