Cosa attende gli allenatori in Serie A: I parte

La Serie A è alle porte e le squadre si sono attrezzate – e si stanno attrezzando – per affrontarla al meglio. Il calciomercato, infatti, è ancora aperto e non sono da escludere ulteriori arrivi né colpi dell’ultimo minuto.

Prima ancora che all’organico, le società devono pensare agli allenatori: sono loro le guide tecniche attraverso cui plasmare la rosa. In questa edizione di Serie A ci sono novità importanti sulle panchine delle squadre, con volti nuovi ma anche nomi conosciuti che hanno cambiato “casa”.

L’attesa, quindi, è tanta e le piazze fremono per vedere come quegli uomini che siedono a bordocampo intessono le trame del gioco delle loro formazioni. Un nome che, su tutti, ha i fari puntati addosso è senz’altro Andrea Pirlo, erede della panchina più pesante d’Italia. In ogni caso, tutti i venti tecnici hanno qualcosa da dire e delle aspettative da non deludere.

GLI ESORDIENTI – Sono i volti nuovi della Serie A, per la prima volta (in assoluto o dopo tanto tempo) sul massimo palcoscenico del calcio italiano.

Il nome che viene subito in mente è quello, come detto, di Andrea Pirlo. Leggenda del nostro calcio, da giocatore è stato la bandiera prima del Milan e poi della Juve. Con quelle maglie ha vinto ogni trofeo: sei volte Campione d’Italia, due volte Campione e Supercampione d’Europa, Campione del Mondo per club, nonché Campione del Mondo nell’indimenticabile serata di Berlino 2006. Da calciatore ha avuto una carriera scintillante, ma ora si trova in quella cosiddetta “area tecnica” riservata a chi, ormai, calciatore non lo è più.

L’avventura da allenatore di Pirlo inizia esattamente qui: sulla panchina più grande d’Italia nella stagione successiva all’evento più imponderabile degli ultimi anni. Reso allenatore della Juventus U23 il 30 luglio di quest’anno, è stato immediatamente promosso, otto giorni dopo, tra i grandi. Nella sua primissima esperienza come tecnico eredita una squadra che per l’ennesima volta ha fallito il “bersaglio grosso”: l’ambita e agognata Champions League.

Al di là del gioco della squadra, la vera sfida di Pirlo sarà mediare i rapporti in uno spogliatoio ben popolato di stelle e di campioni.

Gli altri allenatori che entrano a pieno diritto in questo gruppo siedono sulle panchine delle tre neopromosse. Vincenzo Italiano è al debutto assoluto in Serie A, conquistata dopo la sua prima stagione nello Spezia. Ha consegnato alla squadra la migliore annata in assoluto con un terzo posto in Serie B e l’accesso agli spareggi per la promozione. Italiano porta in dote una rosa, anch’essa, all’esordio nella massima serie: è stato un traguardo sudato e raggiunto dopo una splendida rimonta in casa contro il Chievo, squadra che di gite oltre la Serie B ne ha decisamente parecchie. La prima panchina professionistica di Italiano è recentissima: solo due anni fa sedeva alla guida del Trapani, in Serie C, portandolo a 4 punti dal primo posto del girone, vinto dalla Juve Stabia. Accede, così, agli spareggi che valgono la salita in Serie B.

Senza dubbio l’affaccio nel massimo campionato è un passo importante per il quale gli Aquilotti si stanno attrezzando con grande efficienza. Al primo sbarco sotto i riflettori della Serie A, il punto di forza di Italiano sarà, senz’altro, l’entusiasmo di una squadra proiettata verso le grandi occasioni.

Giovanni Stroppa è alla sua seconda esperienza in Serie A, dopo una parentesi di pochi mesi col Pescara nel 2012 finita con l’esonero a novembre. Ora torna sul più alto gradino del calcio italiano sulla panchina del Crotone, con il quale però non è stato sempre un rapporto lineare. Giunto alla guida dei Pitagorici nel giugno 2018, viene sollevato dall’incarico dopo nove partite in cui aveva raccolto solamente 11 punti. Viene richiamato due mesi dopo, il 28 dicembre, in seguito alle dimissioni di Massimo Oddo, subentratogli in precedenza. Il Crotone termina la stagione al dodicesimo posto.

Nello scorso campionato, però, è stata evidente l’inversione di marcia e i rossoblù sono arrivati secondi centrando la promozione diretta con due giornate di anticipo. Per la società si tratta della seconda partecipazione in Serie A e gli acquisti sul mercato non sono stati pochi. Per Stroppa si tratterà, ora, di arrivare alla salvezza e di mostrare che la scorsa stagione non è stata casuale.

L’ultimo allenatore in questa lista è Filippo Inzaghi, altra vecchia gloria del nostro calcio. Ricordato in particolare per il suo lungo corso al Milan, vanta in bacheca tre scudetti, una Coppa Intertoto, due Champions League e Supercoppe UEFA, un Mondiale per club e il Mondiale di Germania 2006. Per Inzaghi non è di certo il suo esordio assoluto in Serie A. Il suo primo contatto con questo palcoscenico è stato sulla panchina del Milan nel 2014-15, concluso con l’esonero a fine stagione. Gli ci sono voluti tre anni per riaffacciarsi nel massimo campionato: nel 2018 lo sceglie il Bologna, ma l’esito – di nuovo – è l’esonero, stavolta dopo soli sei mesi.

La Serie A, dunque, finora sembra non aver riconosciuto l’ex centravanti in queste nuove vesti. Il suo Benevento, tuttavia, nella scorsa stagione di Serie B ha impressionato per continuità e risultati, riuscendo a raggiungere la promozione con ben sette giornate di anticipo. Le ambizioni della squadra sono evidenti già dal tenore dei profili di calciomercato. Forse è giunto il momento che quello che è stato un più che prolifico attaccante ritrovi la Serie A da protagonista.

I CONFERMATI – Sono i volti che ritroveremo sulle panchine dello scorso anno dopo voci, più o meno insistenti, circa la loro partenza. Sono quelli che, in un modo o in un altro, hanno esigenza di alzare l’asticella dei risultati.

Un allenatore a cui si pensa subito è Antonio Conte. Arrivato sulla panchina dell’Inter la scorsa stagione per vincere e insediare il primato della Juve, è riuscito solo nella metà dei propositi. I nerazzurri sono finiti secondi in campionato a un punto di distanza dai bianconeri. Eliminati dalla Champions League dopo la fase a gironi, scendono in Europa League dove arrivano in finale, persa contro il Siviglia. Dopo una stagione di screzi con la dirigenza e di dichiarazioni al veleno, terminata quella partita c’è stata un’intervista fiume in cui il tecnico ha detto di volersene andare. Qualche giorno dopo, però, è arrivata la conferma della sua permanenza.

Con i tanti innesti sul mercato e una rosa ancora da sfoltire, la nuova stagione di Antonio Conte sarà, giocoforza, orientata al titolo. L’asticella dei risultati deve essere necessariamente alzata dopo il tentativo a vuoto della scorsa stagione.

Anche l’altra sponda di Milano, quella rossonera, ha confermato il suo allenatore dopo rumorose voci che ne volevano l’esonero. Stefano Pioli si è preso il Milan in consegna dalle macerie di Marco Giampaolo, esonerato a ottobre dopo sole sette partite. Con un lento lavoro di ricostruzione ha saputo dare ai rossoneri un’impronta di coesione e tenacia. La stagione si è chiusa con un sesto posto e i preliminari di Europa League, anche se l’obiettivo della società era l’ingresso diretto. Malgrado il mancato traguardo, la dirigenza lo conferma a dispetto dei molti contatti con Ralf Rangnick, per settimane in lizza per sostituirlo.

Ora l’obiettivo dichiarato della società è di tornare protagonisti in Europa e la conferma di Pioli è un chiaro messaggio di fiducia nel suo carisma. Il grande merito del tecnico emiliano è di essersi saputo rapportare con la figura più ingombrante dello spogliatoio, nonché trascinatore della squadra: Zlatan Ibrahimović.

Un altro tecnico confermato dopo alcune indiscrezioni che ne volevano l’allontanamento è Gennaro Gattuso. Da dicembre sulla panchina del Napoli dopo l’esonero di Carlo Ancelotti, ha risollevato le sorti dei partenopei reduci da un magro bottino di 20 punti in quindici partite. Con lui in panchina, il Napoli ha raggiunto gli ottavi di finale di Champions League e ha alzato la Coppa Italia, trofeo che ha dato agli azzurri l’accesso diretto all’Europa League nonostante il settimo posto in campionato.

Dalle spiccate doti carismatiche e motivazionali, un enorme plauso meritato da Gattuso è l’aver risanato fratture interne allo spogliatoio e aver ricucito gli strappi tra i calciatori e la società, tra le motivazioni principali della carenza di risultati sotto la guida di Ancelotti. In questa stagione tutta da scrivere il Napoli punta a tornare nell’Europa dei grandi e le attese attorno al tecnico di Corigliano Calabro sono decisamente alte.

Tra i discussi e confermati non può non esserci Paulo Fonseca. Il tecnico portoghese è arrivato sulla panchina della Roma la scorsa stagione ed è reduce dalla sua primissima annata in Italia. Dopo un campionato fallimentare in cui gli obiettivi sono sfumati progressivamente uno a uno, c’era chi ne invocava a gran voce l’esonero ma i vertici giallorossi, nonostante il terremoto societario, hanno lasciato la guida tecnica nelle sue mani. Malgrado alcune discutibili scelte di gestione della rosa e alcuni limiti psicologici mostrati dai calciatori nelle partite importanti, Fonseca ha saputo dare un orientamento offensivo e organico al gioco della squadra. Se la scorsa stagione, la prima su questa panchina, è stata quella del cosiddetto “anno zero”, questa dovrà essere quella del rilancio in cui portare a casa dei risultati importanti che mancano da molto tempo.

Un confermato d’eccezione è Claudio Ranieri, il “risolutore” per antonomasia. Quando è andato via dalla Roma, al termine della stagione 2018-19, alla domanda sulla sua prossima destinazione la sua risposta è stata “Andrò dove c’è qualcosa da risolvere”.
Le cose, infatti, sono andate proprio così. Il 12 ottobre 2019 lo chiama la Samp in una situazione critica: tre punti in sette giornate di campionato. Lui riesce a diradare, giornata dopo giornata, la nebbia attorno ai risultati e i dubbi circa la salvezza dei blucerchiati, che arriverà con quattro giornate d’anticipo. Con grande sapienza nell’oculata gestione dei suoi uomini, Ranieri si è guadagnato la fiducia per la stagione che verrà, che dovrà puntare all’emancipazione dal fondo della classifica.

L’ultimo tecnico di oggi è Luca Gotti, allenatore dell’Udinese confermato dai friulani dopo una stagione di alti e bassi ma tutto sommato positiva. Partito come vice di Igor Tudor, assume il comando dopo l’esonero del croato a novembre dello scorso anno. Conclude la stagione al tredicesimo posto e con grandi margini di crescita per la squadra. In questo nuovo campionato le ambizioni dei friulani puntano a migliorare il piazzamento. I rinforzi arrivati dal calciomercato puntellano una rosa di buona qualità che può senz’altro aspirare a qualche posizione in più a fine corsa.