Da Conte ad Inzaghi: Lukaku è ancora così decisivo?

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(Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Fantacalcio: l’analisi su Lukaku

Romelu Lukaku ha deciso di tornare all’Inter dopo una stagione deludente al Chelsea. Stagione in cui non è mai riuscito ad imporsi con Tuchel. Con ancora negli occhi i 47 gol segnati in due stagioni nel nostro campionato, l’attaccante belga è arrivato con i tutti i favori del pronostico per riprendere a gonfiare la rete come fatto con Conte in panchina.

Già, proprio lui, Antonio Conte, il “creatore” calcistico di Lukaku. Un amore naturale sbocciato tra i due e mai nascosto. Con Conte in panchina, il gigante di Antwerpen ha giocato in totale 95 partite segnando ben 64 gol e fornendo 17 assist. Numeri mai ripetuti con nessun altro allenatore in carriera.

Ma il suo come back è stato accolto con enorme gioia anche da tutti coloro i quali fanno del fantacalcio un credo religioso. L’idea di avere in rosa una vera e propria macchina da gol ha stuzzicato la fantasia di molti. Ma è davvero ora tutto ciò che luccica? La scintilla d’amore (calcistico) scoccherà anche con Inzaghi?

Ad una prima analisi tattica, il sistema di gioco di Inzaghi può sembrare molto simile rispetto a quello di Conte. Si differenziano per alcune sottigliezze tattiche. Conte predilige la costruzione dal basso fino allo stremo, anche quando è pressato in modo feroce. Così facendo può cercare con velocità gli attaccanti in verticale che, superata la prima pressione avversaria, hanno tanto spazio da attaccare in superiorità numerica. Ed è qui che Lukaku diventava devastante.

Con Inzaghi i metri a disposizione da attaccare sono di meno. L’ex allenatore della Lazio ama fraseggiare tra le linee, al contrario di Conte che cercava la superiorità sull’esterno per crossare in area di rigore. Non è un caso che proprio Inzaghi preferisca attaccanti tecnici e di manovra (vedi Correa o Dzeko). Tecnica che Lukaku non ha negli spazi stretti. Di conseguenza, finisce spesso per imbottigliarsi nel traffico perdendo tutta la sua pericolosità in area di rigore.

Anche i numeri sembrano confermare le difficoltà del belga. Nella sua stagione d’esordio in maglia neroazzurra (’19/’20), con Conte in panchina, nelle prime tre partite segnò 2 gol giocando 245 minuti in totale. Gli stessi anche nella stagione successiva (considerando sempre le prime tre giornate), ma con un bottino di 3 gol. Discorso diverso nella stagione appena iniziata, in cui ha giocato in totale 227 minuti, circa 20 in meno rispetto agli anni di Conte, e ha segnato un solo gol, tra l’altro fortunoso contro il Lecce.

Inzaghi, inoltre, non ha avuto alcun problema a sostituirlo già al 60′ con Dzeko, molto più funzionale al suo credo calcistico. Proprio il bosniaco lo sostituirà nel periodo in cui dovrà smaltire il suo infortunio. Già ieri contro la Cremonese il gioco dell’Inter è sembrato più fluido con l’ex Roma in campo. Staremo a vedere se sarà una sensazione confermata anche nelle prossime sfide.

Insomma, il feeling tra Lukaku e Inzaghi non è ancora stato trovato. La sensazione è che il belga debba ambientarsi ad un modulo di gioco più vicino al Chelsea di Tuchel (dove ha fallito) che alla sua vecchia Inter di Antonio Conte. A questo punto viene naturale chiedersi se e quando Lukaku riuscirà a replicare quanto di buono fatto nelle prime due annate con l’Inter.

Anche in ottica fantacalcio possiamo porre degli spunti di riflessione. In fase d’asta il suo acquisto è stato sicuramente uno dei più cari. Acquisto, forse, non ripagato del tutto in queste prime 3 uscite, alle quali va aggiunto l’infortunio di pochi giorni fa. Ovviamente va tenuto in rosa, visto l’investimento fatto, sperando che possa tornare quello di un tempo. Però, e qui sta la nostra provocazione, scambiarlo con giocatori più “pronti” non sarebbe poi un’idea così malsana. Ad esempio un Immobile o, perchè no, un Lautaro stesso (in gol anche ieri da subentrato).