Dusan Vlahovic, da seconda linea a inamovibile dell’attacco Viola

Le azioni di Dusan Vlahovic, sulla borsa del calcio, si impennano. Il giovane attaccante serbo, fino a qualche settimana fa a rischio bocciatura, si è preso di forza la scena e la Fiorentina. Sempre titolare sin qui, con Iachini e con Prandelli, ad eccezione della panchina contro il Parma, ci ha messo un po’ a carburare. E a certi livelli, almeno in Italia, la pazienza è virtù rara, troppo rara. Tant’è che dopo le prime undici giornate, ed uno score impietoso, che diceva appena una rete segnata, in molti non lo davano lontano da Firenze. A farsi le ossa, in una piazza meno esigente, per tornare più maturo e pronto.

Sei giornate dopo, il bottino di reti è salito a 6, con 5 reti che hanno contribuito in maniera determinante ai 9 punti conquistati dalla squadra di Prandelli nelle ultime 6 giornate. In meno di un mese, il punto di vista su Dusan Vlahovic, classe 2000, vale la pena ricordarlo, si è ribaltato. Nessuno lo vuole lontano da Firenze, né Prandelli, che ha scoperto di avere in casa la prima punta che cercava, né la società, che può concentrarsi così su altri obiettivi. Magari a costo zero, perché di questi tempi dare mercato in entrata è utopistico, si va avanti per prestiti e, al limite, per scambi.

Con l’addio anticipato, ma ampiamente previsto e per questo indolore, di Patrick Cutrone, in uscita rimane Christian Kouamé. Con la consacrazione di Dusan Vlahovic, e del 3-5-2, per l’ivoriano gli spazi sono ridottissimi, e il Torino è in pressing. Ieri, in realtà Prandelli ha proposto qualcosa di nuovo, con Bonaventura e Callejòn dietro alla punta, e l’esperimento non è andato affatto male. Lo spagnolo tende naturalmente ad allargarsi, come è giusto che sia, ma con un assetto del genere si può pensare persino di sopperire all’assenza di Ribéry. Certo, l’idea di affiancare a Vlahovic il Papu Gomez resta a dir poco affascinante. Ma anche trovare soluzioni interne, dando fondo alle potenzialità di una rosa che sin qui ha dimostrato molto meno del suo reale valore, ha un suo perché.