Ecco perché non bisogna fidarsi del Siviglia

Siviglia

(Photo by Fran Santiago/Getty Images)

Una stagione ampiamente al di sotto delle aspettative in Liga, eppure, quando si tratta di Europa League, il Siviglia riesce sempre a stupire ed a rendersi protagonista, ergendosi fieramente e con costanza come il club più titolato e abituato a vincere la competizione. Il match di ieri contro il Manchester United è la fotografia perfetta del concetto poc’anzi espresso, e l’eloquente 3-0 casalingo rifilato agli uomini di Ten Hag è sinonimo di esperienza, mestiere e di una capacità d’adattamento che poche altre squadre hanno dimostrato di possedere nel panorama internazionale. La Juventus si ritroverà ad affrontare nelle semifinali una squadra che più di ogni altra è in grado di gestire i momenti di questa manifestazione, esattamente come il Real Madrid in Champions League, e ciò renderà il doppio confronto terribilmente ostico.

Una stagione di ombre e transizioni

Al contrario di quanto accade in Europa League, la situazione del Siviglia in Liga è tutt’altro che positiva. Nell’ultimo anno gli andalusi hanno infatti cambiato ben due volte guida tecnica, passando da Lopetegui a Sampaoli ed infine a José Luis Mendilibar, grande conoscitore e cultore del calcio spagnolo. Questo alto numero di transizioni progettuali in un lasso di tempo cosi breve sono state scaturite, ovviamente, dai risultati tutt’altro che esaltanti, che hanno visto passare la squadra dalle zone più nobili del campionato alle ombre della retrocessione, e la situazione, ad oggi, non è cambiata poi cosi tanto.

La squadra sta quindi vivendo una sorta di riassestamento sia dal punto di vista tattico che progettuale, e molto altro potrebbe cambiare nei prossimi mesi. La domanda sorge quindi spontanea: perché il rendimento in Europa League è cosi diverso da quello di Liga? La risposta sta nel fatto che questa squadra, in termini di mentalità, è stata forgiata magistralmente da Unai Emery agli albori della sua ascesa, consegnando, di fatto, le chiavi del successo al club e imprimendo nei giocatori una mentalità ancora oggi unica nella storia di questa coppa. Ciò ha consentito al Siviglia di creare una vera e propria tradizione europea e di divenire, nel giro di pochi anni, il simbolo stesso dell’Europa League.

(Photo by Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)

Esperienza, mestiere e adattabilità: ecco come gioca il Siviglia

Il primo particolare da sottolineare nell’analisi del gioco del Siviglia sta nella sua rosa. La squadra infatti conserva tra i propri ranghi giocatori che da tanti anni vivono la squadra, oltre che reduci dei successi recenti, come nei casi di Jesus Navas (su tutti), Fernando e Acuna. La rosa si è poi impreziosita con un mix di esperienza, frizzantezza e qualità, rappresentato dai nomi di Rakitic, Lamela, Ocampos ed En-Nesyri. Dal punto di vista tattico, il Siviglia non propone un calcio cosi complesso, ma è tremendamente abile ad adattarsi agli avversari ed a sfruttare al meglio le occasioni che crea, risultando famelica e spietata. oltre che difficile da decifrare. Gli andalusi inoltre sono una squadra consolidatissima e dai piedi buoni, e ciò consente loro di trovarsi molto bene in fase di possesso palla.

Va inoltre sottolineata l’esperienza di molti giocatori della rosa, oltre che il dinamismo di gente come Ocampos ed En-Nesyri, bravi a fare tante cose e ad aiutare la squadra in ogni situazione. Parliamo quindi di una squadra camaleontica, dinamica e spietata, dotata di gran mestiere e capace di gestire e vivere l’Europa League meglio di chiunque, e per poterla sopraffare servirà la miglior Juventus.